Berlusconi duro con gli studenti:
"Forze dell'ordine nelle università" 

Il premier: «Non ritiriamo il decreto. Convoco Maroni contro occupazioni.
Da opposizione inutile allarmismo».

 La Stampa, 22.10.2008

ROMA
Sulla riforma della scuola «andremo avanti: continuiamo nella direzione lungamente meditata e poi intrapresa dal ministro Gelmini e dal governo». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.

Per Berlusconi, il centrosinistra sta portando avanti un «allarmismo inutile».«La sinistra parla di 86mila insegnanti in meno. È falso. Con la riforma nessuno sarà cacciato. Ci sarà solo il pensionamento di chi ha già raggiunto l’età e il blocco del turn over».

Considerando una media di 21 alunni per classe in cinque anni riusciremo ad avere quasi 6.000 classi in più di tempo pieno. Ha poi assicurato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. «Non solo - ha ribadito il Premier - non c’e alcuna riduzione del tempo pieno ma è lapalissiano che passando da più insegnanti a uno possiamo avere più docenti da utilizzare nel tempo pieno e quindi si possono aumentare del 50% la classi che possono usufruire del tempo pieno».

Non permetteremo che vengano occupate scuole e università. Ha infine dichiarato il Premier, Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. «È una violenza, convocherò oggi pomeriggio stesso il ministro Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell’ordine».

Berlusconi ha così respinto punto su punto le accuse al decreto legge scuola: «Non verrà mandato via alcun insegnante. Ci sarà solo il blocco del turn over. Poniamo le premesse per avere meno insegnanti ma meglio pagati. Non è vero che ci sarà una riduzione del tempo pieno, le famiglie potranno scegliere liberamente. Non ci sarà il maestro unico nelle elementari, ma il maestro prevalente. Rimangono gli insegnanti di religione, educazione fisica, lingue straniere ed informatica. Non c’è razzismo, ma buonsenso: anche in Francia ci sono le classi di accoglienza. Non si può insegnare alcuna materia, se gli studenti non parlano l’italiano. Non chiudono le scuole più piccole: ci sarà un solo preside ed un solo segretario per più scuole con pochi alunni. Non si boccerà con il 7 in condotta. Verrà bocciato chi ha 5 in condotta, ma solo con il via libera del Consiglio d’istituto e di classe».