Roma, sette cortei e presidio di 10mila giovani
davanti a Palazzo Madama
Il Pd: "Ritirate il dl Gelmini". Schifani taglia gli interventi
all'opposizione, è bagarre
Gli studenti assediano il Senato.
E' caos in Aula alla vigilia del voto
Berlusconi: "Sono sereno, la riforma è
sacrosanta, basta con le menzogne"
Domattina alle 9 le dichiarazioni di voto, poi l'approvazione del
decreto
la
Repubblica, 28.10.2008
ROMA - Il Pd attacca e
chiede al governo di ritirare il provvedimento ma il presidente del
Senato taglia i tempi all'opposizione durante le dichiarazioni di
voto sugli emendamenti e in Aula scoppia la bagarre, Schifani
sospende la seduta, fuori piove ma nulla sposta i diecimila studenti
che assediano l'ingresso di Palazzo Madama. Giornata di tensione
quella che segna la vigilia del voto sul dl Gelmini, e a 48 ore
dalla manifestazione in programma il 30 a Roma. Le città d'Italia
sono tutte un corteo, una fiaccolata, un sit in di protesta. Si
organizzano pullman e treni per giovedì, i sindacati annunciano che
sarà "una giornata storica per la scuola italiana". Il decreto
Gelmini si avvia verso l'approvazione, domattina a partire dalle 9.
Berlusconi, "sereno", dice che "non si può mentire per sempre" e
ribadisce: "La riforma è sacrosanta".
IL TAM TAM: LO SPECIALE DI REPUBBLICA.IT
La giornata
al Senato.
La seduta si apre con la determinazione di Schifani a rispettare il
calendario dei lavori e a esaurire tutti gli emendamenti. Non c'è il
numero legale, scatta la prima sospensione dei lavori. Il Pd, con la
capogruppo Anna Finocchiaro, chiede il ritiro del decreto. L'Idv lo
segue, l'Udc è d'accordo ma non accetta una variazione del
calendario. Va in scena l'ostruzionismo con una serie di interventi,
tutti regimentati allo spazio di un minuto, su disparati argomenti.
L'opposizione esaurisce il tempo, Schifani non consente
dichiarazioni di voto su alcuni emendamenti ritenuti dai democratici
"particolarmente sensibili". E' il caos. Sventolano i cartelli dell'Idv
("L'istruzione costa? Provate con l'ignoranza"), la stessa
Finocchiaro si dice "delusa" dalla gestione Schifani. Il presidente
si è già detto pronto a una seduta notturna. La tensione sale
ancora, Schifani sospende la seduta e convoca la conferenza dei
capigruppo. Si stabilisce di andare avanti fino alle 22 con i lavori
per terminare il voto degli emendamenti. L'opposizione ottiene più
tempo, il voto viene fissato a domani con dichiarazioni dalle 9 alle
10. Finocchiaro si scusa con Schifani, lui sottolinea che i diritti
dell'opposizione sono "sacri".
L'assedio
dei diecimila.
"Né rossi né neri, solo liberi pensieri" è stato uno degli slogan
scanditi dai diecimila studenti che hanno assediato l'ingresso di
Palazzo Madama e che dal mattino hanno dato vita a sette cortei che
hanno attraversato la città nonostante la pioggia. Con loro anche
genitori, sotto il ministero dell'Istruzione, alcuni vestiti da Re
Magi per portare in "dono" alla Gelmini quindicimila firme contro il
decreto. Lezioni all'aperto a piazza Farnese, piazza Vittorio e
Colosseo. Il rettore dell'Università di Roma Tre, Guido Fabiani, ha
esortato gli studenti in assemblea a "lottare per far capire anche
ai vostri colleghi che cosa vuol dire fare questa battaglia: la
linea che dobbiamo portare avanti è quella del 'no' ai tagli
all'Università perchè sono stati decisi per finanziare i tagli dell'Ici".
Momenti di tensione davanti al Senato: uno studente è stato fermato,
poi rilasciato, perché aveva tentato di scavalcare le transenne.
Mobilitazione bipartisan anche se continua il braccio di ferro tra
l'anima di sinistra e quella di destra che si rinfacciano tentativi
di strumentalizzare la protesta.
Berlusconi:
"Basta menzogne".
L'opposizione: "E' lui a mentire".
Il premier si dice "sereno", insiste: "Non si può mentire per
sempre", la riforma Gelmini "è sacrosanta perché si tratta di
modifiche di semplice buonsenso". Quel che reputa "indegno" è la
strumentalizzazione dei ragazzi a uso politico: "La cosa che
potrebbe indignare - osserva il presidente del Consiglio - è che si
usino inconsapevoli ragazzi raccontando loro delle frottole per
metterli in strada e fare massa, e utilizzarli semplicemente per
fare lotta poltica". Replica Anna Finocchiaro: queste parole sono
"inaccettabili". "Nei confronti dell'opposizione - continua la
capogruppo del Pd al Senato - il premier non smette i suoi toni
arroganti e offensivi. Ma quello che più infastidisce è che a
mentire sulla scuola sono lui e il suo governo, perché questo
decreto non ha in sé nessuno straccio di idea di riforma della
scuola e dell'università ma è solo l'obbediente traduzione dei tagli
imposti dalla Finanziaria di Tremonti. C'e solo l'arroganza di chi
non vuole ascoltare quello che sta succedendo nel Paese".