Il ministro: il decreto resta, cambiamo università e scuola Mariastella apre e chiude subito
Dialogo con gli studenti interrotto. Cortei e
occupazioni. ItaliaOggi del 25.10.2008 Proteste, manifestazioni, tentativi di dialogo, rotture. Anche ieri l'Onda lunga della contestazione studentesca nei confronti della riforma della scuola targata Maria Stella Gelmini ha lambito le scuole e le università di tutta Italia. Fino a inondare in serata anche il Festival del cinema di Roma, dove un migliaio di studenti ha messo in scena un sit in al grido «Fermiamo il brutto film della riforma Gelmini» e ha promesso di mantenere il presidio per tutta la notte. È ancora confronto duro, insomma, tra studenti e governo, anche se uno spiraglio, dopo i giorni del muro contro muro, è sembrato schiudersi quando il ministro dell'istruzione, ricerca e università Maria Stella Gelmini, ha convocato i rappresentanti delle principali organizzazioni che avevano posto, come condizione per aprire il dialogo, il ritiro del decreto legge 137 e della legge 133 contestati da studenti e professori con oltre 300 cortei nell'ultimo mese in tutta italia. Ma l'esito del confronto non è stato positivo, perché la Gelmini ha tenuto duro sul provvedimento, che, ha detto, «non cambierà». «Il decreto resta», ha spiegato la Gelmini, che ha ricevuto le organizzazioni insieme con la presidente della commissione istruzione della camera, Valentina Aprea «Bisogna cambiare», ha detto il ministro nel corso dell'incontro. «Ho chiesto ai ragazzi se la scuola e l'università così come sono li soddisfino», ha raccontato poi. «Una scuola e una università che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Perché non è vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi, siamo tra i primi in Europa. Solo che si spende male».
L'osservazione non è bastata a convincere molte
delle sigle presenti al confronto, già piuttosto maldisposte per una
convocazione arrivata, a loro giudizio, con troppo ritardo. Così,
Unione degli Studenti, Unione degli Universitari e la Rete degli
studenti, dopo molte ore di confronto, hanno spiegato che per ora la
protesta va avanti, come previsto, fino allo sciopero del prossimo
30 ottobre. «Il ministro Gelmini è intenzionato a proseguire e non
ritirerà il decreto 137» ha raccontato il coordinatore dell'Unione
degli studenti delle superiori Roberto Iovino. «Allora le abbiamo
consegnato una lettera. Riteniamo che sia inutile incontrare gli
studenti a pochi giorni dall'approvazione del decreto, dopo che loro
per due mesi avevano chiesto il dialogo». Mentre le organizzazioni
più vicine alla destra e più aperte nei confronti delle proposte del
ministro hanno parlato di «un confronto sincero», ha raccontato il
presidente del movimento Azione studentesca Giovanni Donzelli: «Il
ministro ci ha detto che vuole modificare davvero l'università e
ridurre gli sprechi.Vedremo in futuro come si comporterà il governo
sui tagli alle università previsti dalla legge 133, ci auguriamo che
in questi tre anni trovino i fondi per recuperare i soldi». Solo
timide aperture, in una giornata che si era aperta con le
dichiarazioni non proprio concilianti del premier, Silvio Berlusconi,
da Pechino, dove è in corso il vertice Asem. «Non ho mai detto che
manderemo la polizia contro i manifestanti nelle scuole e nelle
università, ma il governo intende garantire a chi vuole continuare a
frequentare gli atenei il diritto di farlo», ha detto il presidente
del consiglio con il piglio di chi non ammette repliche. «E poi, in
tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai
centri sociali ci sono gruppi di facinorosi. Comunque, non ho fatto
nessuna retromarcia sulla gestione dell'ordine pubblico, e ne ho
parlato anche con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Se lo
stato intende essere stato deve difendere il diritto dei cittadini a
frequentare le scuole e le università».Non che questo abbia impedito
il dilagare della protesta. A Roma, circa 15 mila studenti, dopo
essersi concentrati al Circo Massimo, sono tornati a farsi sentire
dalle parti di Palazzo Madama. Nel resto d'Italia, occupazioni di
scuole e atenei, assemblee e cortei che a Napoli hanno creato
difficoltà al traffico. E nei prossimi giorni si andrà avanti,
perché il 30 ottbre ci sarà lo sciopero generale della scuola e il
14 novembre sarà la volta delle università. Fino a quella data e
forse anche dopo,insomma, le proteste di studenti, insegnanti,
ricercatori e docenti universitari proseguiranno. Con il sostegno di
buona parte dell'opposizione, in particolare del Partito democratico
e dell'Italia dei valori. Oggi, durante manifestazione nazionale del
Pd contro le politiche del governo, il segretario Walter Veltroni
parlerà anche della riforma Gelmini e dei tagli. |