RINO DI MEGLIO, COORDINATORE NAZIONALE DELLA GILDA.

«No a una riforma che abbassa la qualità».

Ci manca tanto la Moratti… «Il suo progetto almeno aveva un’idea,
questo è un piano di razionalizzazione industriale».

S.P. da Famiglia Cristiana, 12.10.2008

«Stiamo prendendo la china della scuola spagnola, un Paese dove i livelli della scuola pubblica sono molto peggiorati, rendendola ricettacolo delle classi più povere ed emarginate. Le famiglie più ricche potranno assicurare ai loro figli una scuola migliore».

È pessimista Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, l'associazione degli insegnanti. Ha passato giorni a studiarsi il piano di razionalizzazione del ministro Gelmini e il suo giudizio è pesantemente negativo. 

- Era meglio la riforma Moratti?

«La riforma Moratti era criticabile, sotto certi aspetti, ma almeno partiva da un'idea di scuola e di educazione. Questo è un piano di razionalizzazione industriale, sono tagli e basta. lo non voglio negare che nella scuola italiana ci siamo sacche di sprechi, e non contesto che, in certi casi, ci sia un eccesso di tempo-scuola. Ma questi sono tagli indiscriminati che rispondono solamente a una logica economica». 

- La sfida del ministro è quella di tagliare e insieme migliorare...

«Certo, nelle indicazioni generali. Si dice "la scuola è uno schifo e allora taglio". È sempre la stessa storia, ogni volta che si presenta un piano di "ridimensionamento". Non prendiamoci in giro. Ogni persona di buon senso capirà che così non si va avanti, ma indietro». 

- Il punto più contestato sembra il ritorno al "maestro unico"...

«No, non è questo il problema. lo sono un maestro, ho insegnato per molti anni e voglio uscire da ogni pregiudizio ideologico. Non è vero che tante ore di lezione migliorano l'apprendimento e la scuola non è un luogo di assistenza, ma di cultura. Detto questo, bisogna essere pratici. Le classi elementari avranno un solo maestro per un totale di 22 ore settimanali, perché due sono riservate alla religione cattolica. Le altre opzioni, rispettivamente di 27, 30 e più ore fino a un massimo di 10 con la mensa, sono in subordine e dipendono dalla disponibilità di organico. Questo maestro, però, si troverà davanti a classi molto più affollate di oggi, da non meno di 18 alunni a 27. Allora, con classi di una trentina di alunni, una decina di alunni stranieri e uno o più disabili, me lo spiega in quelle 22 ore cosa riuscirà a insegnare, e in quali condizioni? La pluralità del gruppo docente era un sistema per destreggiarsi di fronte a una realtà così complessa, per aiutare gli allievi in difficoltà e favorire l'integrazione. Lasciamo stare il discorso della specializzazione degli insegnanti e facciamo finta che da domani siano in grado di insegnare bene sia matematica sia italiano. lo vorrei mandare il ministro Gelmini a far lezione per due o tre giorni in una classe di questo tipo, magari in una grande città. Vorrei vedere come se la cava».

- Secondo lei sarebbe stata necessaria una sperimentazione?

«Certamente, una sperimentazione è indispensabile per non abbassare la qualità della scuola. Comunque, con il maestro unico bisogna ridurre il numero degli alunni per ogni classe, non certo aumentarlo». 

- Lo stesso ex ministro Berlinguer, però, dice che non bisogna difendere lo status quo. E da più parti si accusa il fallimento della scuola dei progetti e si chiede il ritorno ai programmi...

«Noi siamo stati i primi a criticare la deriva dell'insegnamento per progetti. Alcuni sono buoni, la maggior parte inutili o peggio. Anzi, se dobbiamo tagliare, tagliamo il fondi per i progetti, quasi un miliardo di euro. La scuola "progettificio" è un fallimento generale e non è più difendibile».

- Con l'aumento del numero minimo di alunni per classe alcuni piccoli paesi perderanno la scuola...

«Sarà un danno grave, vengo adesso da un giro di ascolto in Sardegna e ho raccolto molta preoccupazione. I bambini saranno trattati come pacchi e gli insegnanti perderanno il posto». 

- Veniamo al problema del taglio degli organici. Si parla della riduzione di oltre 130 mila posti in tre anni tra insegnanti e personale "Ata"...

«Questa è una tragedia, altro che Alitalia. E poi saranno molti di più, perché questi sono tagli precedenti al decreto sul maestro unico. Sono d'accordo che la scuola non debba essere un semplice "stipendificio", ma quando in un Paese 140 mila e più persone perdono lo stipendio, ci troviamo di fronte a un enorme problema sociale». 

- Il ministro ha parlato di una ricon­versione nel settore del turismo...

«La prendo come una battuta estiva, niente più che una barzelletta. Molti insegnanti, visto com'è messa oggi la scuola, accetterebbero volentieri un lavoro in un museo o come guida turistica. Ma questa possibilità non esiste, non prendiamoci in giro». 

- Voi della Gilda parteciperete allo sciopero generale che chiede la Cgil?

«Noi siamo favorevoli a uno sciopero degli insegnanti contro questo piano. Ma attenzione, però: che sia davvero uno sciopero della scuola e per la scuola. Non vogliamo attaccare il Governo per il suo colore, ma opporci a una riforma che è senz'altro pessima».