Per una valutazione degli apprendimenti
Un appello di docenti e formatori nel campo
dell'educazione linguistica
da
Pavone Risorse,
30.11.2008
I recenti provvedimenti sulla valutazione degli apprendimenti destano
forti preoccupazioni.
La sensazione è che, ancora una volta, in tema di progettazione e
valutazione educativa, si parta dalla coda anziché dalla testa dei
problemi. Discutere di giudizi e di voti, o peggio di come
effettuare il passaggio dal giudizio al voto, è un falso problema e
scelte di questo tipo, tutte sbilanciate sulla valutazione sommativa,
distolgono dal considerare la questione della valutazione nella sua
complessità e portano a dare un’attenzione smisurata al solo esito
conclusivo, ignorando invece tutto quello che di ben più
significativo e importante sta sotto e prima, ovvero quanto avviene
mentre gli alunni imparano, che richiede la lettura attiva dei
processi da parte dell’insegnante.
Riteniamo infatti che, anziché adottare soluzioni inadeguate, che
potrebbero favorire il ritorno a pratiche didattiche e valutative
anacronistiche e controproducenti, sarebbe utile avviare una
elaborazione seria e competente su tutte le modalità di valutazione,
sia continua che finale. Nel contempo riteniamo decisivo che nelle
scuole si continuino a esercitare e a consolidare le pratiche di
valutazione qualitativa e descrittiva, che avvengono contestualmente
ai processi di insegnamento/ apprendimento e si basano
sull’osservazione sistematica e sulla documentazione.
In tal senso, anche sulla base delle esperienze didattiche e delle
ricerche più accreditate, riteniamo indispensabile in questo
frangente ribadire la necessità di difendere e rinforzare una
valutazione descrittiva, attenta ai ritmi di crescita e alla
complessità dei processi di apprendimento, non invasiva, rispettosa
delle diversità e delle differenze, progressivamente coerente con il
livello di sviluppo raggiunto.
La valutazione a cui pensiamo …
-
si propone e consente di valutare gli
apprendimenti, intesi come acquisizione e applicazione di
conoscenze, abilità e atteggiamenti e quindi come sviluppo di
competenze personali, anziché di valutare le persone, sulle
quali formulare giudizi o alle quali attribuire voti;
-
è inevitabilmente relativa, dinamica,
diacronica; tiene conto dei livelli di partenza, delle
situazioni contestuali;
-
è autentica, si basa sull’osservazione
continua e sulla raccolta di indicatori molteplici, che
forniscono informazioni sul progressivo sviluppo di competenze
degli allievi, coinvolti in apprendimenti significativi e
impegnati in prestazioni e azioni riconoscibili e coerenti con
la vita reale;
-
porta a sintesi l’osservazione e la
rilevazione dei processi e la verifica e la misurazione anche
quantitativa di singole prestazioni o compiti, che va comunque
accompagnata da elementi descrittivi che la legittimino e
spieghino;
-
è formativa, ha funzione di feed-back,
favorisce il dialogo e la valutazione fra pari, stimola e guida
le riflessioni e le autovalutazioni da parte dell’allievo sui
propri processi di apprendimento favorendo il controllo delle
procedure, la riflessione metacognitiva, l’intenzionalità
responsabile;
-
è coerente con una didattica laboratoriale,
costruttivista, cooperativa, che impegna e stimola il
protagonismo attivo dei discenti, all’interno di un ambiente
funzionale all’apprendimento;
-
concentra l’attenzione e l’investimento
educativo sull’evoluzione dell’apprendimento e non solo sul
risultato ed è coerente con un’idea e una pratica di scuola in
cui è più importante imparare che dimostrare di aver imparato;
-
si affida a criteri trasparenti e
condivisi, che favoriscono un orientamento alla progressiva
padronanza delle competenze personali piuttosto che alle sole
prestazioni messe a confronto con quelle degli altri in senso
strettamente individualistico e spesso competitivo;
-
richiede un profondo rinnovamento delle
pratiche valutative, tale da sostenere sia il rilevamento e la
documentazione che la restituzione dei dati raccolti;
-
produce e promuove atteggiamenti di
ricerca-azione e di sperimentazione sui processi di
insegnamento/apprendimento e quindi in buona misura coincide con
la riflessione e la crescita professionale dei docenti;
-
dà luogo a descrizioni esaurienti degli
esiti dei processi di apprendimento, nelle quali gli allievi e
le famiglie possano individuare quanto e che cosa è stato
effettivamente valutato, che cosa e come ciascun allievo può
impegnarsi a migliorare;
-
è compatibile con le procedure di
valutazione e certificazione delle competenze in uso in contesti
diversi, inevitabilmente qualitative e descrittive, anche quando
vengono corredate da indicazioni di livello (per esempio nel
Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue:
Apprendimento, Insegnamento, Valutazione);
-
si esprime anche in formulazioni
sintetiche, trasparenti e comparabili - ma non per questo
necessariamente numeriche - degli esiti raggiunti e delle
competenze acquisite alla fine dei lunghi cicli di istruzione,
che devono avere una dimensione più generale, sistemica, una
elevata comunicabilità e validità sociale, non solo nazionale;
-
è coerente con le raccomandazioni e gli
indicatori valutativi elaborati nell’ambito dell’Unione Europea,
che costituiscono un riferimento condiviso per il sistema di
istruzione italiano e che da tempo dovrebbero orientare anche la
scuola superiore verso modalità descrittive di valutazione e
certificazione delle competenze;
-
è potenzialmente inclusiva ed
emancipatoria poiché coinvolge e accompagna il soggetto nei
processi di apprendimento, responsabilizzandolo, aumentandone le
capacità di riflessione critica su di sé, il senso di autostima
e quindi l’autonomia individuale.
Per tutti questi motivi riteniamo che una valutazione descrittiva
sia da preferirsi alla sola misurazione di conoscenze o di
prestazioni e alla sanzione quantitativa che ne consegue
(indipendentemente dalle modalità con cui viene espressa) e
invitiamo le scuole a non recedere da modalità di valutazione
finalizzata all’apprendimento, anzi a intensificarne la
sperimentazione e l’uso, dichiarando fin d’ora la piena
disponibilità a sostenerne l’operato e la riflessione professionale.
Sarà a tal fine di estrema importanza favorire la raccolta e lo
scambio fra scuole e singoli insegnanti di documentazione,
materiali, strumenti operativi a sostegno di una valutazione
funzionale a una scuola inclusiva, riflessiva e solidale.
Si ribadisce per altro che la normativa recentemente approvata
interviene esclusivamente sulla valutazione «periodica e finale», né
potrebbe altrimenti: le scelte relative alla valutazione in itinere
sono e restano prerogativa e responsabilità dell’autonomia delle
istituzioni scolastiche e della libertà e responsabilità
professionale dei docenti.
D’altro canto è tuttora vigente un ricco apparato normativo che
orienta a una valutazione rispettosa dei criteri qui esposti, di cui
sollecitiamo il rispetto e che non può essere cancellato da
illusorie e pericolose semplificazioni riduttive.
26 Novembre 2008
Primi firmatari dell'appello:
Mario Ambel, Daniela Bertocchi, Umberto Capra, Valter Deon, Martin
Dodman, Annarosa Guerriero, Cristina Lavinio, Edoardo Lugarini,
Luciano Mariani, Graziella Pozzo, Franca Quartapelle