La riforma Gelmini
e lo studio delle lingue straniere

Giovanna Lucchesi, 27.11.2008.

Invito tutti i docenti e coloro che si interessano al mondo della scuola e della formazione a riflettere su quanto segue:
L'Unione Europea da tempo, impegna parte delle sue risorse nella promozione di scambi e tirocini. Ricorda continuamente ai paesi membri che una politica di multilinguismo positiva può migliorare le opportunità nella vita dei cittadini, può aumentare l'occupabilità, facilitare l'accesso a servizi e diritti e favorire una migliore coesione sociale. La diversità linguistica viene definita una risorsa preziosa per i cittadini europei tanto che si punta alla conoscenza di almeno due lingue comunitarie oltre alla lingua materna.

Ritengo quindi che nel momento in cui un paese europeo si accinge a progettare una riforma della scuola ed un riordino dei cicli scolastici, non possa non tener conto di quanto l'Unione Europea auspica, di quello che i singoli paesi firmano, fra cui anche l'Italia, e di quello che si impegnano a fare in termini di politica educativa. Se ne deduce che se dovessimo immaginare una scuola moderna europea per i nostri ragazzi, potremmo ad esempio pensare all'inserimento obbligatorio di due lingue comunitarie a partire dalle scuole elementari, con inserimento nel corso degli anni dello studio di alcune discipline in lingua straniera (CLIL), con programmi di apprendimento linguistico progressivo secondo quanto previsto anche dal Quadro di Riferimento Europeo in tutti gli ordini di scuola, senza distinzione perché le competenze linguistiche sono competenze trasversali e professionali spendibili in qualsiasi settore e con pari dignità.

Ciò significherebbe, in pratica, avere studenti in grado, dopo l'esame di maturità, di fare una scelta universitaria adeguata, sfruttando anche le diverse opportunità offerte dalle università europee oppure nell'ambito lavorativo, di poter usufruire di tirocini, od esperienze lavorative in più paesi europei e soprattutto usando la lingua del paese che, come sappiamo tutti benissimo, è fondamentale per viverci, studiare o lavorare.

Cosa fa il nostro governo? Penalizza le lingue straniere con una diminuzione di ore in alcuni indirizzi (2 ore a settimana) e nel caso delle seconde lingue comunitarie con addirittura l'eliminazione dello studio delle stesse in alcuni casi come il Liceo delle Scienze Umane o altrimenti riservando loro un posto in panchina: attività che gli studenti possono scegliere (in opzione).

 

Siamo sicuri che sia questa la scuola che desiderano i nostri ragazzi?
Prof.ssa Giovanna Lucchesi