Gelmini, spesa sotto controllo.

dall'AGI, 16.11.2008

Brescia, 16 nov. - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini difende la contestata riforma della scuola e presenta anzi il governo Berlusconi come l'esecutivo del cambiamento, 'per certi versi quasi di sinistra'. Lo ha detto la stessa Gelmini a margine di un convegno organizzato da Forza Italia a Rezzato, nel bresciano. Il ministro si è detto convinto che 'ci siano le condizioni per spiegare il provvedimento che abbiamo approvato in Consiglio dei Ministri. E mi riferisco sia alle linee guida sull'Università che a un decreto che verrà poi discusso in Parlamento e che contiene pochi provvedimenti ma molto significativi. Penso a 130 milioni di euro in borse di studio per premiare gli studenti meritevoli e capaci, anche privi di mezzi, come recita la nostra Costituzione, 70 milioni di euro per residenze universitarie e poi tagli selettivi per premiare le Università migliori, penalizzando chi spreca denaro pubblico'. La riforma, ha spiegato, 'nasce anzitutto dalla volontà di restituire alla scuola la sua missione fondamentale, che è quella di essere un'agenzia educativa e formativa. Noi crediamo che valori come l'impegno e la serietà nello studio, ma anche il rispetto degli altri - da qui il voto in condotta - siano valori che non appartengono al passato ma di cui la nostra società ha bisogno'.

Nella Finanziaria è inoltre previsto di impiegare parte dei risparmi per 'premiare gli insegnanti migliori'. Sulla riforma sarebbero state 'raccontate agli italiani molte bugie: la volontà del governo d'eliminare il tempo pieno, o peggio ancora di farlo pagare alle famiglie, la volontà di chiudere le scuole di montagna e delle piccole isole, la volontà d'impoverire l'insegnamento della lingua straniera. Tutte bugie. Questo governo e soprattutto il presidente Berlusconi non permetterebbero mai di abbandonare il tempo pieno', ha affermato la Gelmini. La situazione economica, ha continuato il ministro, è 'molto difficile', ma l'Italia ha 'le caratteristiche per uscirne indenne e addirittura rafforzato da questa prova complicata'.

Non è vero che noi spendiamo meno degli altri paesi, ha chiarito la Gelmini, 'in alcuni casi spendiamo anche di più, ma spendiamo male. Dobbiamo abituarci a spendere meglio, come fanno tutte le famiglie italiane. Credo che sia dovere di un buon amministratore e di un buon governo la massima trasparenza nell'utilizzo delle risorse pubbliche'. Bisogna in particolare rendersi conto, ha aggiunto la Gelmini, che 'alcuni sprechi, alcuni privilegi non sono più difendibili. Per troppi anni il Paese ha sofferto di una mancanza di coraggio nel portare avanti il cambiamento, nell'approvare riforme importanti in settori come la scuola e le università. C'è la necessità di razionalizzare la spesa, rivederne i meccanismi. E' innegabile che in questi ultimi anni la spesa dell'istruzione era fuori controllo'.

In quest'opera di risanamento, ha detto il ministro, sarà importante il 'dialogo con l'opposizione', perchè la scuola non è 'nè di destra nè di sinistra'. Chi invece sarebbe 'di sinistra', per il ministro, è sorprendentemente il governo Berlusconi: 'Io l'ho detto, questo è un governo che crede nel cambiamento, è, per certi versi, un governo di sinistra. Può sembrare una contraddizione, ma noi mettiamo al centro non solo il ceto medio, ma anche quelle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, quelle famiglie che fanno molti sacrifici per far studiare i propri figli'.

La Gelmini ha poi detto di comprendere 'le paure legittime dei giovani' perchè 'ho 35 anni', avvertendo però, in riferimento alla sinistra, 'che con le paure dei giovani non si deve scherzare'. Quanto alla proposta leghista delle 'classi ponte' per studenti extracomunitari, il ministro ha chiesto all'opposizione 'disponibilità' ad affrontare i problemi nel merito, a non evocare spettri inutili. E' stato fatto sulle classi ponte evocando il razzismo. Il nostro non è un Paese razzista, questo governo si occupa dei ragazzi stranieri.