Piano programmatico:
la radicalizzazione del rapporto Stato-Regioni

da Tuttoscuola, 4 novembre 2008

Il Governo può pensare di procedere con interventi unilaterali sull'organizzazione territoriale dell'offerta formativa di competenza delle Regioni? La sentenza n. 13/2004 della Corte Costituzionale lo esclude.

Del resto la saldatura di studenti, docenti e famiglie nel rivendicare il diritto ad una scuola di qualità rende urgente una fase di confronto tra Governo e Regioni per definire una cornice di impegni e responsabilità reciproche. Molte decisioni - pur condivisibili negli obiettivi - diventano come minimo criticabili per il modo in cui sono messe in pratica. In nome degli sprechi non si può tagliare senza una riforma organica.

"Se il ministro Gelmini - ha dichiarato Silvia Costa - avesse incontrato le Regioni, come promesso a luglio, avrebbe sicuramente evitato clamorosi errori di valutazione d'impatto delle sue politiche di soli tagli, ed avrebbe risparmiato al paese questa assurda stagione di confusione, di incertezza e di grave allarme".

Occorre, viceversa, una grande capacità di capire le cose che accadono, una strategia dell'attenzione verso le Regioni, quali soggetti istituzionali co-interessati al governo complessivo del sistema educativo. In difetto non può destare stupore il fatto che Lazio, Toscana, Piemonte, Marche, Emilia Romagna, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Basilicata abbiano presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro l'art. 64, che come dice l'assessore toscano Simoncini "ha determinato un'invasione di campo molto grave".

E' illusorio l'intento del ministro - ha proseguito la Costa - manifestato nella lettera inviata lo scorso 30 settembre al Presidente del Senato, di rendere "operativi sin dal prossimo anno scolastico (a.s. 2009/2010)" gli interventi ipotizzati dal piano programmatico: "ciò vuol dire che tutti i regolamenti devono essere approvati entro il mese di dicembre 2008, per consentire il regolare svolgimento delle iscrizioni nel mese di gennaio 2009 e per garantire la consapevolezza delle famiglie al momento dell'iscrizione medesima".