Impaurito dal calo di consenso
Berlusconi non fa autocritica
Gelmini vuole fermarsi Natalia Lombardo, da l'Unità del 5.11.2008 Era annunciato un intervento del ministro che poi non c’è stato. Ma il premier non vuole altre rogne. E sta allentando la morsa dei tagli su scuola e università, anche se Tremonti fa molta resistenza. Impaurito dal calo di consenso Berlusconi non fa autocritica ma si è convinto, e ha convinto Mariastella Gelmini, ad affrontare con tempi lenti e scaglionati per il pacchetto "università". Ma «il problema è Tremonti»: è la voce comune nella maggioranza, perché il ministro dell'Economia non vuole cedere un euro dalla finanziaria triennale. Perché i tempi si allungano con un disegno di legge da discutere in Parlamento. E sia dalla Lega che da An si chiede di fare tagli "mirati", il che rallenterà l'incasso che Tremonti ha previsto, anche se non si modifica il saldo finale. Ma anche la via del ddl sarà "corretta" andando avanti ancora a colpi di decreto per stabilire i nuovi criteri per i concorsi. Decisione esaltata da Maurizio Gasparri come lotta "alle baronie" ma che rischia di sospendere alcuni concorsi. Mariastella Gelmini non si fa vedere in giro, ha rinunciato a vari appuntamenti e ad annunciare le novità, ma ieri mattina è andata a Palazzo Grazioli, a casa del premier per il vertice con i capigruppo del Pdl e della Lega. «Non dobbiamo farci intimidire», ha detto Berlusconi agli altri, però corregge il governo sulla "campagna di comunicazione" che, d'ora in poi, si dovrà fare. Quindi "discutere" prima con studenti e professori per limitare le proteste (di ieri quelle del rettore della Statale di Milano).
La Lega ieri ha voluto dire la sua anche sui
tagli previsti dal decreto sulla scuola: uscendo dal vertice di due
ore, il capogruppo alla Camera, Roberto Cota annuncia un «accordo
nella maggioranza» e incassa una certezza: «le scuole di montagna
non si toccano». Ma la bresciana e ciellina Gelmini deve vedersela
anche con l'opposizione di Formigoni, presidente della Lombardia.
Anche An ha puntato a frenare: evitare tagli «orizzontali»
sull'Università, scegliere «dove tagliare» correggendo la
Finanziaria. Premiare gli Atenei «virtuosi» (il che vuol dire
investire soldi, il che preoccupa il ministro dell'Economia) e
eliminare «quelli con meno di cinquanta iscritti». Così la tabella
di marcia è più diluita: linee guida nel consiglio dei ministri
della settimana prossima, per il testo in parlamento c'è tempo.
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