A Milano da studenti e professori solo applausi
“Ci basta che il Presidente sappia che esistiamo”

“Giorgio prova tu a metterci una pezza”

Alla «Statale» cori da stadio per Napolitano

Chiara Beria Di Argentine La Stampa, 1.11.2008

MILANO
Giorgio mettici una pezza». Cori da stadio degli studenti della sinistra universitaria; gran applausi e persino un maxi-striscione di "Obiettivo studenti", gli universitari vicino a Comunione e liberazione, con una frase («Scelte coraggiose di rinnovamento: non sono sostenibili condizioni di pura difesa dell’esistente») che il Capo dello Stato aveva pronunciato all’apertura dell’anno scolastico.

Nonostante la protesta contro la riforma della scuola e contro i tagli all’università il presidente Giorgio Napolitano, ieri alla Statale di Milano per un incontro con i rettori lombardi, dopo aver partecipato in mattinata all’inaugurazione della nuova sede della Bocconi, ha raccolto una vera messe di consensi. Clima disteso, non un solo fischio, nessuna contestazione per il Capo dello Stato che più volte, in queste settimane, aveva sottolineato l’importanza di un confronto costruttivo su un fronte così importante per il futuro del Paese. «Io non faccio promesse, risponderò agli studenti appena avrò tempo. Ho trovato nelle parole degli studenti la stessa volontà positiva emersa dall’incontro con i rettori, la volontà di aprirsi a una seria riflessione e a un confronto concreto sulle proposte di cambiamento e per la valorizzazione del ruolo insopprimibile dell’università e delle ricerca», ha dichiarato Napolitano alla fine della sua prima visita in una Statale insolitamente pacifica.

«Questa crisi non la pagheremo noi», recitava l’unico striscione appeso ieri nell’atrio dell’ateneo. Molta polizia, molta pioggia. In attesa dell’arrivo del capo dello Stato (la visita programmata da settimane è stata tenuta segreta fino all’ultimo per motivi di sicurezza rivelatesi infondati) una delle leader del nuovo movimento, Carlotta Cossutta, studentessa di filosofia e nipote dell’ex compagno nel Pci del Presidente, Armando Cossutta, spiegava: «Non abbiamo niente contro di lui, Vogliamo solo che sappia che esistiamo e che siamo carini e pacifici!».

Effetto Giorgio. «Napolitano è l’unico che ascolta. Non cavalca le polemiche ma cerca di riportare tutto al dialogo democratico», ha commentato Filippo Barberis, uno dei giovani che in delegazione, a nome degli universitari milanesi, ha incontrato Napolitano in Statale dopo aver tentato invano d’avvicinarlo la mattina alla Bocconi. «Il messaggio che abbiamo voluto portargli è che non siamo contro le riforme ma a favore delle riforme vere mentre qui ci sono solo tagli». A Napolitano gli studenti hanno consegnato una lettera («Caro Presidente»): 39 righe per sottolineare le «gravi» conseguenze che avrà sull’università la legge 133 e di aver invano chiesto al governo e al ministro dell’Istruzione di tornare sui propri passi. «Richieste rispedite al mittente». E ancora. «Non accettiamo di essere considerati quattro facinorosi, esercitiamo il nostro diritto a manifestare pacificamente garantito dagli articoli 16 e 17 della Costituzione». Infine, un «sincero appello». Rivolgendosi al presidente "in qualità di Garante della Costituzione" scrivono: «La invitiamo ad approfondire con attenzione i profili di costituzionalità dell’appena convertito decreto 137».

Alla fine del faccia a faccia Napolitano ha chiesto alla delegazione d’inviare a lui, al Quirinale, le proposte che formuleranno per migliorare l’università. Subito dopo ha incontrato i rettori degli lombardi guidati da Enrico Decleva, «magnifico» della Statale e presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Tra i presenti: Giulio Ballio del Politecnico, Giovanni Puglisi dello Iulm, Marcello Fontanesi della Bicocca, Lorenzo Ornaghi dela Cattolica e, in una delle sue rare uscite milanesi, don Luigi Verzè del San Raffaele. Nessuna vera riforma e la preoccupazione per i rischi di un clima sempre più incattivito. Nell’incontro durato oltre un’ora i rettori nel ribadire la loro disponibilità a una seria riflessione su temi come la governance (alla cerimonia in Bocconi il professor Monti aveva sottolineato che nel prestigioso ateneo privato i rettori vengono nominati non eletti, tantomeno si autocandidano: una bacchettata non apprezzata da alcuni «magnifici») hanno ribadito che, pur avendo ben presente la questione del debito, ritengono i tagli previsti dalla Finanziaria nel 2010 insostenibili per gli atenei.

Minacce di dimissioni in massa? «Non è il momento. Certi attacchi servono solo a giustificare i tagli ma occorre razionalità e buon senso», ha detto alla fine dell’incontro Decleva. «L’importante è affrontare il merito dei problemi senza preconcetti o visioni schematiche. Napolitano ritiene che l’università sia la vera priorità e si augura che il ministro abbia spazi. Noi siamo soddisfatti di aver trovato nella più alta carica dello Stato, in una figura credibile, unica o quasi rimasta nel Paese anche secondo i sondaggi, un riscontro al fatto che le nostre preoccupazioni non sono infondate. Non è indelicato dire che anche per il Capo dello Stato i tagli previsti nel 2010 non sono sostenibili per il sistema universitario».