Istruzione tecnica e professionale,
ci vuole un percorso comune

da Tuttoscuola, 23 novembre 2008

Non c'è dubbio che la revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico senza tenere conto del quadro complessivo delle potestà legislative riconosciute alle Regioni dall'art. 117, terzo comma, della Costituzione, rischia di realizzare il necessario ed auspicato potenziamento dell'istruzione tecnica con la riduzione degli attuali indirizzi: ad un settore economico articolato negli indirizzi: a) amministrazione, finanza e marketing, b) turismo; e ad un settore tecnologico articolato in nove indirizzi, tra i quali meccanica, meccatronica ed energia, trasporti e logistica, elettronica ed elettrotecnica, informatica e telecomunicazioni. Tutto ciò a scapito dei percorsi dell'istruzione professionale ed in particolare dell'istruzione e della formazione professionale attribuita alla competenza legislativa esclusiva delle Regioni.

La ricaduta negativa potrebbe essere contenuta solo se Stato e Regioni procedessero all'individuazione di un percorso che non abbia come riferimento esclusivo l'applicazione del quadro previsto dall'art. 13 della legge 40/2007, ma tutto il complesso mosaico normativo ed in particolare il vigente Titolo V parte seconda della Costituzione, per la cui attuazione il presidente Errani lo scorso 13 novembre ha inviato ai ministri Gelmini e Fitto"... per l'ulteriore fase istruttoria, la proposta di intesa approvata dalla Conferenza dei Regioni il 9 ottobre scorso".

Ministro Gelmini, perché non riparte proprio da Regioni e Titolo V?