Istruzione Alla «Sapienza» assemblea per elaborare «l'autoriforma»

Gelmini: no all'ideologia del 6 politico
L'opposizione collabori con me

Fabrizio Caccia Il Corriere della Sera, 16.11.2008

ROMA — Ieri, nella bolgia del Palacongressi di Montecatini Terme, intervenendo al VII convegno nazionale dei Circoli del Buon Governo di Marcello Dell'Utri, il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, si è tolta qualche sassolino dalla scarpa. Accolta stavolta, dopo tante critiche, da cartelli che inneggiavano alla sua riforma («Gelmini caccia i baroni »), il ministro è passata soavemente al contrattacco: «Voglio fare un appello alle opposizioni e al ministro del governo-ombra del Pd, Mariapia Garavaglia, di cui ho stima. Abbiano il coraggio di fornire anche il loro contributo per migliorare la scuola». E ancora: «Sono orgogliosa del decreto-legge approvato nel penultimo Consiglio dei ministri, servirà a fare un primo passo verso il cambiamento ».

La Gelmini non molla, tutt'altro: «Noi vogliamo cancellare dalla scuola e dall'università l'ideologia dell'egualitarismo, del 18 o del 6 politico a tutti. Bisogna evitare il falso egualitarismo che ha reso la nostra classe insegnante tra le meno pagate d'Europa». Un discorso a tutto campo, il suo: «Occorre distinguere tra chi offre corsi di studi che si preoccupano dell'occupazione dei giovani e università che invece magari buttano soldi per corsi sulla qualità di vita del cane o del gatto...». Per lei un'ovazione: «L'università e la scuola non sono nè di destra nè di sinistra, le porte del ministero sono aperte a tutti coloro che vogliono dare un contributo», ha detto la Gelmini andando via.

E così già oggi, a Roma, all'università La Sapienza, l'assemblea generale del movimento ("L'Onda") presenterà il suo "manifesto per l'autoriforma". Ci hanno lavorato nel weekend 2 mila studenti in rappresentanza di 25 atenei. Dei punti sembrano già definiti: abolizione del «3+2»; abolizione del numero chiuso; superamento dei crediti formativi; distribuzione dei finanziamenti ai gruppi di lavoro e non ai «baroni»; reclutamento dei ricercatori svincolato dai condizionamenti degli ordinari; stop all'aumento delle tasse universitarie e accesso gratuito per cinema, musei e trasporti.