Se le bugie sulla scuola sono bipartisan,
che c'è di strano?

da TuttoscuolaNews, N. 366, 3 novembre 2008

Il Governo convoca una conferenza stampa per spiegare i veri numeri sulla scuola rispetto alle "bugie della sinistra" e presenta un dossier... zeppo di errori. Il più grande partito dell'opposizione si rende conto dell'occasione e illustra poche ore dopo un controdossier per ristabilire la verità, che però... non è privo di forzature e imprecisioni.

Che Paese è questo? Tutto normale? Ma sì, siamo nell'Italia del 2008. E' accaduto il 22 ottobre. E la grande stampa, i telegiornali, i talk show televisivi e radiofonici, che finalmente dedicano la scaletta alla scuola, informano lettori e telespettatori di tutto questo? Niente da fare. Forse ritengono che non sia loro compito, forse non hanno la pazienza di andare a verificare e ad approfondire i numeri. Del resto un uso disinvolto dei dati, che arriva talvolta fino a citare dati non fondati, ma "piegati" a una tesi che si vuol sostenere, è ormai la prassi nella società dell'immagine, non fa notizia. Conta di più "far passare" il messaggio, che il suo contenuto.

Eppure fa male ascoltare il Presidente del Consiglio (indipendentemente da chi rivesta quella carica) che cita dati sballati: "in Italia abbiamo un docente ogni 9 alunni...", non è vero, è uno ogni 11 alunni; "i dipendenti della scuola sono 1 milione  e 350 mila. Troppi", in realtà sono 1 milione e 128 mila; oppure che afferma che l'aumento della classi a tempo pieno (forse il motivo principale della conferenza stampa) sarà del 50%, ma poi spiega che sarà di 5.750 classi (pari a un incremento del 17%). 

Sarà un'idea un po' retrò, certo isolata, ma pensiamo che i lettori abbiano diritto di sapere quali sono i dati veri, oggettivi. E' per questo che Tuttoscuola ha predisposto un dossier che mette a confronto i dati presentati da Governo e Partito Democratico e riporta i dati corretti. Il dossier "La verità sui numeri della scuola" è scaricabile gratuitamente dal portale tuttoscuola.com. In tantissimi lo hanno già scaricato in questi giorni.

Tanti discorsi in questi giorni sulla scuola, tanti numeri, molti in contraddizione, ma nessuno però che ricordi che l'incidenza della spesa per l'istruzione sulla spesa pubblica totale è scesa dal 10,3% del 1990 all'8,8% del 2007, denotando come la scuola e la formazione abbiano perso inesorabilmente posizioni nella scala di priorità del paese. Perché? Forse perché in questi anni hanno concorso a questo tanto governi di centrodestra quanto governi di centrosinistra. Scelte (tagli) bipartisan.