L'O.M. 92/07, il triage e i codici-colore.

di Vincenzo Pascuzzi da ReteScuole del 29.3.2008

 

Perché il MPI non è intervenuto invece per ridurre il numero dei bocciati?

Le numerose critiche e contestazioni rivolte all’ordinanza MPI n. 92/07 riguardano gli aspetti burocratici, organizzativi, temporali e l’insufficienza delle risorse economiche.

Ma forse c’è una critica più profonda, strategica, fondamentale che deve essere sollevata, valutata e discussa. E’ questa: perché l’ordinanza in questione si preoccupa – almeno nelle intenzioni - dei promossi con debiti e non invece dei bocciati?

Proviamo a fare un paragone con i pazienti che ricorrono alle prestazioni del Pronto Soccorso. E’ noto che la priorità temporale di accesso alle cure è regolata dal metodo del triage (*). Vengono così assegnati quattro codici-colore: bianco, verde, giallo e rosso secondo la gravità e l’urgenza crescente delle situazioni. Giustamente un codice rosso sopraggiunto scavalca gli altri codici già in attesa.

Se proviamo ad applicare gli stessi quattro codici-colore all’ambito scolastico, alle promozioni e alle non promozioni, risulterebbe:

- Codice bianco: promozione senza alcun debito (l’alunno/a è promosso/a “di suo”);
- Codice verde: promozione ma con qualche debito (1 o 2) condonato;
- Codice giallo: promozione con debiti dichiarati (da 1 a 3 o 4) da recuperare;
- Codice rosso: non promozione (o bocciatura).

Secondo questo triage, l’O.M. 92/07 si occupa e interviene sui codici giallo e verde perseguendone il passaggio al codice bianco (o almeno verde per il codice giallo) mediante azioni di sostegno e di recupero e la minaccia della classificazione a codice rosso. Molto probabilmente l’ordinanza produrrà appunto un aumento del numero dei bocciati e vedremo se questo sarà solo del 2-3% o magari del 10-20-30%, come è stato anche ipotizzato.

Sorge allora la domanda: perché il MPI non è invece intervenuto sul codice rosso con azioni di recupero atte a ridurre gradualmente (in 3-4-5 o più anni) il numero dei bocciati? Tali azioni di recupero avrebbero sicuramente trascinato anche la riduzione dei codici gialli e verdi. (La Finanziaria 2007 si era posto – in termini però inidonei e senza ipotizzare nessuna azione – l’obiettivo di ridurre le ripetenze del 10% stimando un risparmio di 56 milioni di euro nel 2008)

Attualmente i bocciati sono circa il 14% della popolazione scolastica cioè circa 400.000 alunni. La loro riduzione risulterebbe vantaggiosa anche in termini economici. Ipotizzando un loro dimezzamento in 5 anni, si otterrebbe un significativo risparmio valutabile in 1 miliardo di euro (= 200.000 alunni x 5.000 euro/alunno) che potrebbe essere ben utilizzato per migliorare l’offerta di istruzione.
Ma allora perché il ministro Fioroni non si è posto questo obiettivo? Si possono ipotizzare due risposte. La prima: in soli 15 mesi a viale Trastevere non c’è stato il tempo e l’occasione per mettere a fuoco la situazione. La seconda: un piano di recupero effettivo e graduale delle ripetenze richiedeva uno studio della situazione, delle sue cause e delle ipotesi di soluzione certamente impegnativo e tempi non brevi. Il ministro ha optato per un’iniziativa più sbrigativa, che avesse un impatto rapido e positivo sull’opinione pubblica, che migliorasse, valorizzasse la sua immagine di operosità, efficienza e decisione.

Inoltre, uno studio sulle bocciature-ripetenze avrebbe portato all’attenzione dell’opinione pubblica la notevolmente diversa situazione esistente fra i Licei e gli Istituti tecnici e professionali. Mentre nei primi (Licei) le bocciature risultano pari al 6-7% e sono quasi fisiologiche, nei secondi (Istituti) la percentuale sale al 17-23% (circa tre volte di più!) e testimonia l’anomalia o la crisi di questo tipo di scuola.

Infine, con riferimento a quanto detto, bisogna segnalare la situazione di svantaggio degli alunni degli Istituti rispetto a quelli dei Licei. Le scarse risorse destinate ai corsi di recupero dell’O.M. 92/07 risultano assegnate non in base al numero di debiti scolastici esistenti ma in base agli organici delle scuole, cioè al numero dei docenti di ruolo e quindi degli alunni iscritti. Per ogni alunno debitore gli Istituti disporranno di una somma inferiore (forse la metà) rispetto ai Licei. Basta analizzare le statistiche del MPI e i risultati della recente indagine campionaria condotta dallo stesso ministero sul 40% delle scuole.