L'Istruzione ha chiesto 50 mila prof e 10 mila Ata.
Replica secca dell'Economia: sono troppi

Assunzioni, è scontro sui numeri.

Braccio di ferro tra Fioroni e Tps, il decreto rischia di saltare

di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 25.3.2008

 

Tra gli uffici di via XX Settembre e quelli di viale Trastevere tira una brutta aria. Sono settimane che i rappresentanti del dicastero dell'economia e dell'istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, si rimbalzano memorie sui tagli reali e presunti fatti al personale della scuola, sui risparmi attesi e quelli incassati, sul numero dei pensionamenti pregressi e futuri. E non trovano la quadra. Oggetto del contendere il decreto che autorizza le assunzioni nella scuola per il 2008, che dovrà essere firmato nelle prossime settimane per poter esplicare i suoi effetti a decorrere dal prossimo 1° settembre. Il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, ha chiesto l'autorizzazione a immettere in ruolo 60 mila nuovi dipendenti, rispettivamente 50 mila insegnanti e 10 mila Ata, ovvero ausiliari, tecnici e amministrativi. Il responsabile dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, secondo quanto risulta da voci dello stesso dicastero, avrebbe replicato che sono troppi, troppi rispetto ai tagli che l'Istruzione avrebbe dovuto fare e non avrebbe fatto (alla Ragioneria generale dello stato non hanno affatto digerito la scelta di ridurre i posti solo per il 60% in organico di diritto e per il restante 40% dall'organico di fatto), troppi rispetto ai pensionamenti di quest'anno. E ha controbattuto offrendo un piano di circa 40 mila posti. Il braccio di ferro tra i due ministri è destinato a surriscaldarsi nei prossimi giorni. Fioroni è infatti deciso a non mollare la presa e a portare a casa il decreto, così come da richiesta iniziale, prima della scadenza elettorale del 13 e 14 aprile. Dalla sua ha il fatto che la Finanziaria 2007 ha previsto un piano triennale per 150 mila assunzioni per i soli prof e 20 mila per gli Ata. E che, ma a questo argomento Tps pare poco sensibile, chiudere l'azione di governo senza firmare il decreto per il 2008, tradendo così le aspettative del popolo dei precari, sarebbe un errore politicamente grave.

I vertici dell'Economia replicano che la stessa Finanziaria subordina l'operazione alla verifica delle condizioni di fattibilità; che i pensionamenti per il 2008 sarebbero sui 15 mila e anche a volere sommare i 27 mila dello scorso anno, non coperti, si è molto lontani dalle richieste dell'Istruzione. E poi c'è il capitolo dei tagli. Per eliminare le 11 mila cattedre per il 2008 (altro obbligo ex Finanziaria) si è agito solo per il 60% sull'organico di diritto, ovvero i posti stabilmente previsti, quelli su cui si possono fare assunzioni a tempo indeterminato.

Una guerra giocata a suon di numeri e di carte, insomma. Che nel peggiore, ma non impossibile, degli esiti potrebbe anche far saltare del tutto il decreto.