Fioroni, serve introdurre
un esame rigoroso alle medie.

Immotivate le polemiche sulle prove comuni: chi non merita va fermato

 La Stampa del 28.3.2008

 

ROMA
«L’introduzione dell’ammissione agli esami terminali di terza media e di regole per un esame più rigoroso con delle prove comuni nazionali era indispensabile: al primo anno delle superiori vengono fermati il 33% degli studenti, una cifra altissima che andava in qualche modo contenuta tornando a bocciare chi non è preparato già alle medie inferiori». Lo ha detto il ministro Giuseppe Fioroni nell’intervento conclusivo del convegno svoltosi a Roma presso l’università Pontificia lateranense.

Secondo Fioroni sarebbero quindi immotivate le polemiche di questi giorni derivanti dalle due nuove prove comuni, affidate all’Invalsi (l’Istituto nazionale di valutazione), che gli alunni di terza media dovranno sostenere in contemporanea a livello nazionale per verificare le competenze acquisite in italiano e matematica: una modalità che ricorda, per se semplificata, le due prove scritte della maturità.

«Sono provvedimenti indispensabili - ha spiegato il ministro - per evitare che gli alunni privi di conoscenze possano andare avanti. Il caso dell’università Cà Foscari ci deve far riflettere: così tanti diplomati non ritenuti idonei a frequentare una facoltà letteraria per incapacità di comprendere e scrivere testi è una sconfitta del sistema scolastico. Per questo è fondamentale introdurre adeguate punizioni a chi non merita».

Fioroni ha anche ribadito l’importanza di premiare l’eccellenza («così pure i meno meritevoli sono costretti ad alzare i livelli di apprendimento»), di introdurre un nuovo sistema di valutazione (organizzato dall’Invalsi) rivolto sia a docenti che studenti e di dare più spazio alle persone che operano positivamente nella scuola.

«È ora di finirla con gli incentivi a pioggia: i docenti che mettono a disposizione competenze e tempo vanno premiati attraverso risorse adeguate - ha spiegato il responsabile del dicastero dell’Istruzione - anche perché rappresentano dei maestri di vita per gli stessi studenti: e i giovani, con le famiglie in crisi, hanno bisogno di persone positive da emulare».