Confronto Aprea-Bastico/2.
I punti di incontro.

da TuttoscuolaNEWS, n. 337, 7 aprile 2008

 

I punti di condivisione tra l'attuale viceministro dell'istruzione Bastico e l'ex sottosegretario Aprea, che ha svolto un ruolo di fatto analogo con il ministro Moratti, sono stati più numerosi dei punti di contrasto (una sintesi del confronto è disponibile sul sito http://www.tuttoscuola.com ).

Condivisa, in primo luogo, è stata la considerazione che le innovazioni in campo educativo richiedono tempi lunghi per mostrare la loro efficacia, e che dunque sugli obiettivi strategici di medio-lungo periodo occorre stringere un patto tra le principali forze politiche, gli enti locali, i sindacati e le famiglie.

Stimolate da Tuttoscuola, Bastico e Aprea hanno riconosciuto, con qualche distinguo, che occorre riportare gradualmente la spesa per l'istruzione ai livelli ai quali si attestava nel 1990 (10,3% sulla spesa pubblica totale, contro l'8,8 del 2006), e soprattutto alla percentuale media dell'area OCSE (6,1%, contro l'attuale 4,5%), riferimento che comporterebbe però un investimento ben superiore. Ma entrambe hanno insistito sulla necessità che all'incremento delle risorse si accompagni un processo di qualificazione della spesa, volto ad aumentare l'aliquota degli investimenti - soprattutto per la formazione dei docenti, l'innovazione tecnologica e l'edilizia scolastica - rispetto alla spesa per stipendi.

Altri punti di convergenza, sui quali è stato preso l'impegno ad operare con coerenza, a prescindere dal ruolo occupato in futuro - di governo o di opposizione - sono una diversa regolamentazione della mobilità dei docenti (Aprea: almeno ogni due anni; Bastico: almeno dopo il completamento di un ciclo), il rifiuto di ulteriori sanatorie nel reclutamento di docenti, dirigenti e corpo ispettivo, la riqualificazione professionale dei collaboratori scolastici, l'esternalizzazione dei servizi di pulizia e - con qualche distinguo - la valorizzazione del merito e l'avvio di una vera e propria carriera professionale per i docenti.

Insomma, se alle parole seguiranno i fatti e i comportamenti parlamentari conseguenti c'è da sperare che nella prossima legislatura si apra una fase di condivisione di alcuni obiettivi innovativi, che aiutino la scuola italiana ad uscire dalla crisi profonda nella quale è progressivamente precipitata negli ultimi 15-20 anni, e che la politica della reciproca delegittimazione tra le maggioranze e le opposizioni pro tempore ha contribuito a rendere sempre più grave.