E' caduto il Governo di Rodolfo Marchisio da Pavone Risorse del 3.3.2008
Dobbiamo assumere come dato di fatto due realtà molto sconcertanti e demotivanti: 1. Siamo ormai in modo permanente in una situazione in cui ogni 2 anni, in media, cade un governo e si rifà o si modifica la riforma della scuola. In questo contesto si rischia di non modificare mai nulla. 2. Le scuole italiane in generale rischiano di essere le scuole dei 4 NO. Hanno rifiutato o insabbiato, spesso senza leggerle, 4 riforme diverse. Qualche volta per mancanza di tempo (cadeva prima il governo) qualche volta per pura inerzia e pigrizia. Tutte riforme contestabili, tutte però con alcuni nodi importanti, da non sottovalutare, tutte con alcuni fili comuni che ci ritroveremo di fronte, chiunque sia il prossimo Ministro.
Personalmente penso di
assumere questa situazione demotivante (1 riforma ogni 2 anni) come
dato di
fatto
e continuare a
battermi (pur pensionabile) contro gli aspetti che non condivido
delle riforme. Ma anche
contro la scuola
dei 4 NO,
che le ha bocciate/insabbiate senza averle, in genere, lette e senza
porsi il problema di cambiare la propria didattica. Non possiamo continuare a far finta di niente
Non solo perché la
scuola ha bisogno di cambiare, ma anche perché alcuni nodi ed
alcune richieste si ripresenteranno sempre. Chiunque sia il prossimo
Ministro. Il problema è che molti colleghi si comportano come quando
c’era la scuola dei programmi e del centralismo ministeriale: se il
ministro non ci impone nulla vuol dire che va bene così. a) Indicazioni nazionali (che rimarranno, per almeno 1 anno e sino a prova contraria il punto di riferimento) b) Decreto Obbligo Istruzione 22/8 + Linee guida 21/12 c) Direttiva Ministero del 19/12 Lotta alla dispersione scolastica secondaria 1° grado (Italiano e matematica). d) Regolamento relativo all’obbligo di istruzione e allegati Cosa non buttare delle I.N. e cosa le varie riforme ci stanno chiedendo da tempo. 1 - Una scuola non piu’ centrata sull’insegnamento, ma sull’apprendimento 2 - Il raggiungimento di obiettivi come precondizione del passaggio da una scuola ad un’altra (recupero interno dei debiti, iniziative delle scuole, raccordo verticale con gli altri ordini)
3 -
Di ripensare il nostro
insegnamento
4 - Non esistono piu’
i programmi, le scuole in autonomia devono costruire curricoli
tenendo d’occhio i riferimenti nazionali (vedi documenti citati) e
gli assi indicati. 5 - Tener conto del riferimento/confronto europeo 6 - La necessità di monitorare e valutare il proprio lavoro anche a fronte di una rilevazione esterna (ex INVALSI) ed al confronto coi livelli di competenze europee 7 -Insistenza su reti di scuole orizzontali e verticali 8 - No a una scuola-progettificio o scuola - isola: costruire un percorso contestualizzato, ma (in vari modi) coerente. Cosa avrebbe dovuto dovrebbe succedere e su cosa avremmo dovuto lavorare in questi 2 anni. 1 - Innalzamento obbligo 2 - Sperimentazioni Indicazioni nelle nostre scuole, raccolta di pareri e buone pratiche (già primavera 2008, autunno 2008 e poi fine biennio). Con risorse legge 440 e fondi per obbligo scolastico 3 - Iniziative Ministero/USR 4 - Lotta alla dispersione con interventi personalizzati (primo anno scuola media, concentrati su Italiano e Matematica e forte raccordo con le elementari e le superiori 5 - Riforma della Secondaria Cosa fare, in attesa
Nella mia scuola le IN
sono state presentate, c’è stato un invito alla lettura. Seguono una
serie di spot di 30/60 minuti non tanto su “quanto sono belle le
IN” ma su: a) guardate se c’è qualcosa di interessante prima di
buttare b) provate a cambiare un po’ la scuola (la valutazione è
insostenibile e non documentata, non avete punti di riferimento, la
scuola funziona spesso solo per i docenti, è una scuola dei 100
progetti ma non ha un programma ...) partendo da qualche
idea/prospettiva nuova anziché dirci da soli che tutto va bene e
che siamo bravi…… In conclusione La situazione attuale (ma anche le riforme) richiedono una scuola protagonista attiva, che non aspetta e che costruisce un progetto e dei percorsi, avendo la capacità di confrontarsi con un contesto che non sono solo le riforme intese come norma, ma le richieste della società, la complessità dei problemi, il quadro europeo ecc.. Qualche spunto delle IN (poco conosciuto a molti docenti) da cui partire Una domanda :“Come cambiare il modo di fare scuola, per incontrare e sostenere i giovani, soprattutto quelli più deboli e svantaggiati, nella fase più delicata della loro crescita come persone e cittadini?” I quattro assi
Linguaggi (Italiano + Lingue + Educazioni + TIC) Competenze chiave di cittadinanza attiva da raggiungere alla fine dell’obbligo 1- Imparare ad imparare 2- Progettare 3- Comunicare 4- Collaborare e partecipare 5- Agire in modo autonomo e responsabile 6- Risolvere problemi 7- Individuare collegamenti e relazioni 8- Acquisire ed interpretare l’informazione
In attesa della caduta
del prossimo Ministro, perché non proviamo a pensarci . . .
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