Ehi, Prof!

Arlekin da DocentINclasse, 18.3.2008

 

"La scuola ha ancora una impostazione ottocentesca; come è possibile […] che ad un ragazzo che va a scuola l'unica forma di creatività che gli si chiede sia il tema? Possibile che non esistano altre forme con cui possa esprimersi, come un racconto, una foto o un filmato? Se un ragazzo è bravo a scrivere racconti perché questa sua capacità non conta nulla?”.

Ipse dixit. Nel “Dialogo” galileiano, ribellandosi all’evidenza schiacciante della realtà osservabile direttamente, Simplicio s’appella all’autorità degli antichi contro la scienza moderna. L’Ipse era per lui Aristotele. Al contrario, l’Ipse che ha posto le domande citate (“Scuola ottocentesca, basta coi temi in classe”, La tecnica della scuola, 2/3/08) non è un antico. Nemmeno un moderno, peraltro. E’ piuttosto un autorevole nuovista, impegnato nella campagna elettorale in corso.

Senza aver mai osservato una sola scuola, quanti saranno i Simplici pronti a giurare che il tema sia l'unica forma di creatività richiesta? Che gli ipermedia non siano (creativamente) prodotti, né valutati? Che il tema-saggio e l’articolo nessuno li chieda (cioè li insegni)? Che dalle Alpi a Lampedusa il tema sia ancora lo stesso dell’Ottocento?

Da Simplicio all’inciucio il passo è breve. Rimpiazziamo la T (tema) con due F (foto, film), una R (racconto) & tre I. Avremo una scuola di nani. Senza spalle di giganti su cui farli montare (come invece accadeva ai moderni, non nuovisti, del Seicento).