Antifone.

Renato Lo Schiavo da DocentINclasse, 27.3.2008

 

Se no, si chiamerebbe "Altro Mondo (Come Si Riposa Bene Qui)"? Quando uno attacca a dormire, qui... Eppure, non si sa come, un giorno ci si sveglia, finalmente sazi di sonno, si dà un'occhiata ai giornali arretrati, ci si pente del risveglio.

Elezioni, lamentele politiche, scuola allo sfascio, il greggio vola, l'Alitalia no, la mafia strangola il Sud... Sembra quasi il giornale usato da Celentano nella canzone 'Mondo in MI settima'.

Aspetta, qual era la terzultima notizia, anzi la quartultima? Scuola allo sfascio? E perché? Il settanta e passa per cento dei quindicenni sta messo maluccio con Italiano, Matematica e Via di Seguito? 'Ndo stà la novità? Che la Confindustria fa finta d'essere preoccupata e malgrado ciò lo è sinceramente più dei leader politici dell'uno e dell'altro e dell'altro ancora schieramento?

Qualcuno invoca un pio oblio, almeno decennale, ma vuoi che lo ascoltino? Ci vorrebbe un intellettuale di quelli del bel tempo che fu, capace di svegliare le coscienze, uno come Pasolini. Già, Pasolini. Son 33 anni che lo hanno fatto fuori, la sua mancanza si sente. Quanto mi piacerebbe parlare con lui, ma come si fa? Anche qui ci vogliono le entrature, altrimenti non incontri nessuno, che ti pare? Bisogna ricorrere a misure alternative. Quasi quasi, se trovo altre due anime pie, facciamo una seduta spiritica.

E che fu, miracolo? Anime pie trovate, e seduta iniziata.
"Spirito di Pierpaolo, se ci sei, batti un colpo". "Caugh, caugh". Di tosse, ma ne ha battuti due: l'inizio è promettente.
"Sei proprio Pasolini?"
"Se intendi il campione di motociclismo, allora no". Polemico come sempre, buon segno.
"Che pensi della scuola italiana?" E dei casi di bullismo, soggiunge un collega di seduta.
"I casi estremi di criminalità derivano da un ambiente criminaloide di massa". Cacchio, sono le stesse spiccicate parole che usava nel 1975.
"E allora dobbiamo ammettere una volta per sempre il fallimento della tolleranza?"
"Cacchio, son le stesse spiccicate parole che usavo nel 1975, chi credi di sfottere? Comunque resta vero che molta sinistra continua a giudicare a priori e non di conseguenza".
"Scusa, PPP, dobbiamo chiedere ancora l'abolizione immediata della scuola media d'obbligo e della televisione, come hai fatto tu?"
"Perché, vi risulta che l'obbligo sia stato eliminato e che di televisioni ce ne siano meno di prima?". Giuro che ridacchiava.
"Ma il tuo è comportamento antisindacale: gli insegnanti in cassa integrazione, come se già non avessero problemi ad arrivare alla fine del mese!".
"Levatemi una curiosità: i ragazzi sono ancora presuntuosi ed angosciosamente frustrati?". Tono da interrogativa retorica.
"Questa si che è bella: abbiamo fatto la seduta spiritica per avere risposte da te, e tu ci fai continuamente (finte) domande. Tu sai benissimo che i giovani del '75 sono adesso professori, professionisti, politici, spesso in pena perché non capiscono i loro figli. Non pochi sono anchormen, ministri o addirittura proprietari di TV".
"Non lo avevo detto, allora, che non ci sono figli innocenti e che le colpe dei padri ricadono sui figli? Li ho condannati trentatré anni fa, perché già allora erano dei mostri, capaci solo di ghignare o sghignazzare".
Se due più due fa quattro, allora i nostri non sono figli, ma specchi. 'Siamo belli, deturpiamoci' Pasolini lo ha detto guardando noi; noi l'abbiamo preso in parola ed i nostri figli non hanno dovuto faticar molto per ispirarsi.
"Vi ricordate che avevo definito 'un imbroglio' l'autogestione ed il decentramento? Ora che avete l'autonomia scolastica, che ve ne pare?"
Questo è sarcasmo allo stato puro, ma non voglio dargliela vinta. "Che siamo riusciti ad unificare - come volevi tu - il tenore di vita con la vita: siamo ridotti a vil plebaglia affamata. Ma adesso smettila di cincischiare e rispondi alla domanda iniziale: che pensi della scuola italiana?".
"Posso rispondervi con un complimento? Bravi"
"Bravi chi? E per cosa?"
"Bravi voi, per avere dato corpo al mio auspicio"
Riflessa sugli occhiali del collega di Spiritica vedo una faccia stralunata, la mia. Poi realizzo. "Intendi dire che abbiamo abolito di fatto la scuola, come da te auspicato?"
Interruzione del collegamento medianico.
In attesa del ripristino, i due conseduti ingannano il tempo cercando di rispondere loro alla domanda. "Secondo me, Pasolini voleva dire che noi ci siamo resi complici del genocidio culturale realizzato da quella che lui chiamava 'la nuova classe dominante' ed i cui nomi sono..."
"Per carità, zitto - gli tampona immediatamente la bocca l'altro collega - vuoi farci bacchettare dal Capo? Non lo sai che anche qui vige la par condicio e che quando Lui s'incazza sono casini cosmici?"
"Ma non ti accorgi che anche tu stai violando quella norma? Questa è pubblicità occulta".
"Ecco, appunto - faccio io - torniamo all'occultismo e vediamo se riusciamo a ricontattare PPP".
Macché.
"Secondo me, invece, Pierpaolo voleva dire che siccome infelicità ed aggressività derivano dallo scompenso tra cultura e condizione economica, noi ci siamo meritati il suo plauso annullando lo scompenso in questione".
Mi è bastato fare mente locale sull'ultima mia busta paga per capire da che parte è stato annullato lo scompenso. Siccome però il collega appartiene al novero di coloro che possono leggere nel pensiero altrui, mi sono buscato un sonoro cicchetto: "Scemo, Pierpaolo si riferiva all'appianamento del versante culturale".
"Immagino si riferisse al versante Sud, visti i dati disaggregati dell'indagine PISA-OCSE".
La metafora alpinistica pensavo fosse spiritosa, ma il collega è (era) di Montemaggioremessner e non gradisce la lesa maestà delle montagne. "In effetti, dalle vostre parti siete proprio a mare".
"Smettetela - interviene l'altro collega - e ricordatevi che è stato Pasolini stesso a dire che l'abolizione proposta era soltanto provvisoria, in attesa di un altro sviluppo".
"E ti ricordi a chi demandava l'interesse per questo altro sviluppo?" lo interrompo "Al PCI ed alle migliori forze della sinistra, 'il cui interesse per una radicale riforma della scuola e della televisione non dovrebbe essere messo in dubbio'. Sono parole virgole virgolettate, tengo a precisare".
Tutti e tre ci guardiamo in faccia, terrei.
"Virgolettate?"
"Apposta ho tenuto a precisarlo".
"L'interesse di chi non doveva essere messo in dubbio?"
"Del PCI".
"Ma non esiste più!"
"E delle migliori forze di sinistra".
"Ti rammento che Pasolini si autodefiniva 'luterano', mentre invece oggi la sinistra..."
"Lasciate perdere queste punzecchiature ideologiche e cercate invece di ricordare quali studi l'amico nostro avesse proposto: scuola guida, galateo stradale, problemi burocratici di ogni tipo, elementi di urbanistica, ecologia, igiene, sesso, eccetera".
"Beh, mi pare che oggi facciano tutti parte dell'Offerta Formativa, a cominciare dall'Eccetera".
"Aveva proposto anche 'molte letture, molte libere letture liberamente commentate'. Forse ciò è sfuggito a molti Dirigenti Scolastici e ad ancor più numerosi Collegi di Docenti".
"Il libro della Mastrocola ha dimostrato che si tratta di pura ideologia: non puoi imporre a qualcuno di 'leggere liberamente' qualcosa e di liberamente commentarlo: è una contraddizione di termini".
"Che c'entra il libro della Mastrocola?"
"Se ben ti ricordi, si concludeva proprio con l'auspicio che ogni alunno trascorresse alcune ore del pomeriggio isolato nella propria stanza, a leggere. Lei lo definiva 'utopia' o 'esercizio retorico sul finale', tutti gli altri...beh, meglio sorvolare. Eppure non era diverso dall'auspicio di Pasolini".
"Ma allora come si risolve il problema?"
"Paola Mastrocola l'ha nitidamente previsto: 'Quando sparirà la mia generazione, che è l'ultima ancora in grado di provare una qualche nostalgia per la letteratura, non ci sarà nemmeno un'increspatura nel mare della scuola: tutto sarà completamente calmo e sereno. Nessuno si lamenterà più di nulla'. Non credi?"
"Dopo di me, il diluvio. Chi l'ha detto per primo, Noè?"
"Ma quando mai, è stato l'idraulico di D'Onofrio".
"Eppure siamo ancora qui. Il catastrofismo è una scemenza".
"Ed allora perché mi avete contattato?"
"Minchia, proprio ora doveva tornare il collegamento?"
"Io non sono catastrofista, sono indignato. Almeno, lo ero in vita terrena".
"Ma ancora non ti sei messo il cuore in pace? Il mutamento antropologico che detestavi ormai s'è verificato e non c'è più nulla da fare, proprio come temevi. Cerchiamo dunque di essere pragmatici: che dobbiamo fare?"
"Niente, tanto i genitori si lamenteranno lo stesso e l'opinione pubblica continuerà a gettarvi la croce addosso perché voi professori lavorate poco e male e per giunta avete un sacco di ferie".
"Ma sono falsità!"
"Siete incompetenti e sadici".
"Sì, e pure scoppiati"
"Che esistono i problemi quotidiani, ad esempio le bollette da pagare, non volete proprio insegnarlo".
"Perché, i genitori forse mandano i figli a pagarle, per fargli vedere che significa fare una coda?"
"Su questo avete ragione: le famiglie hanno rimosso la discussione dei problemi della quotidianità, cosicché l'unica realtà conosciuta è quella della TV spazzatura".
"Che così diventa l'imprinting comportamentale di massa".
"L'ho detto trentacinque anni fa: la cultura dell'Italia è espressa soprattutto attraverso il linguaggio del comportamento più un certo quantitativo di linguaggio verbale, completamente convenzionalizzato ed estremamente povero. Finalmente l'avete capito. Forse. E' questa la cultura con cui ci si deve confrontare".
"E a che serve la scuola (pubblica), in una società del genere?"
"A convogliare su di sé la distruttività di studenti e famiglie, fornendogli un nemico a buon mercato".
"Beh, almeno continuiamo a svolgere una funzione sociale rilevante".
"E secondo voi perché la scuola non è stata ancora abolita, altrimenti?"
"Ma non eri tu, quello che la voleva abolire?"
"La volevo abolire per salvarla".
"Ed invece l'hanno salvata per abolirla. Insomma, cosa ci puoi dire, di realmente nuovo?".
"Potrei parlarvi delle vostre suocere, le quali..."
Siamo volati tutti e tre a sbafarci una bella brioche con gelato, lasciando il povero spirito scortesemente in asso.