Governi: il trionfo delle ombre. di Giuseppe Aragno da Fuoriregistro del 10.5.2008
Se manca il chiaro, l'ombra non dà vita e non
sbalza, non crea profondità, non lascia immaginare dimensioni
diverse e piani che si incontrano. In una parola, non fa
chiaroscuro. Nessuno ne sentiva il bisogno, ma Veltroni, che ha una
irriducibile vocazione di teatrante del nulla, scipito e un po'
guitto, s'è inventato una sorta di ectoplasma e ha resuscitato il
"governo ombra" di rinnegata ascendenza comunista.
Sia per l'ombra che per il chiaro, dove che sia il governo, nella maggioranza di Berlusconi o tra i fantasmi di Walter Veltroni, la scuola di fatto, non ha cittadinanza, è un affare da condurre in porto, un percorso da chiudere in fretta, una privatizzazione che cambia il paese. Non serve gente di scuola, serve un programma di razionalizzazione della spesa e di risorse da passare al privato. La filosofia è quella comune ai liberisti: la solita solfa dell'autonomia pezzente, più potere ai dirigenti, finanziamenti in relazione al "merito" - e quindi concorrenza - la solita valutazione fatta da incompetenti e una corsa affannosa tra aziendalizzazione e privatizzazione. Si bombarda a tappeto: più merito, più selezione, più soldi alle famiglie e professori che dovranno essere tutti bravi benché nell'università non si metta mano al reclutamento del personale docente e nei concorsi i "baroni" continuino a fare il bello ed il cattivo tempo. Il chiaro di Berlusconi e l'ombra di Veltroni disegnano in chiaroscuro un paese che non esprime classi dirigenti all'altezza della situazione. Un paese che non riflette sulla conoscenza, non si interroga sul ruolo strategico della formazione della coscienza critica. Un paese che piega il sistema formativo alla logica del mercato.
Assistiamo al crollo di un sistema di valori
costruito in un secolo e mezzo di lotte collettive faticose e
talvolta sanguinose. Il mondo cambia com'è naturale che accada, ma
una società che cancella dal proprio pensiero lo stretto rapporto
che esiste tra educazione e dimensione sociale, non ha strumenti per
riempire il vuoto che la minaccia. E' questo rapporto che i nostri
due governi pericolosamente ignorano. Basta guardarsi attorno per
capirlo: la scuola che ci propongono impedisce che i giovani e i
gruppi che essi vanno componendo acquisiscano strumenti per giungere
ad una libera valutazione dalla loro esperienza e prendano coscienza
dei loro reali bisogni e delle loro aspirazioni. Sconfitti dalla
realtà in cui stanno crescendo, non sanno immaginare un mondo per il
quale lottare e non possono creare un sistema di valori che riempia
il vuoto nel quale rischia di annegarli il nuovo sbandierato da
Berlusconi e Veltroni. |