Non sono bastate le misure di Fioroni contro gli esami facili.
Nella Capitale il dato supera quello di tutte le scuole non statali lombarde

Diplomifici, il record di Roma.

In giugno oltre 700 privatisti: la provincia ha il primato italiano
L'anno scorso il numero più alto di privatisti nella provincia di Napoli,
che adesso si è fermata a quota 453

Salvo Intravaiala Repubblica 6.5.2008

Non sono bastati i mille divieti imposti da Fioroni a scoraggiare gli avventurieri dell'esame di maturità. Nonostante un consistente calo rispetto all'anno scorso, le scuole private della provincia di Roma presenteranno ai prossimi esami di Stato un numero di candidati esterni (coloro che affrontano le prove d'esame con una preparazione "fai da te" e senza frequentare neppure un giorno di lezione) da record. A giugno, infatti, saranno oltre 700 i privatisti che hanno scelto di farsi seguire dalle scuole paritarie della provincia di Roma. Un dato che costituisce un record per una sola provincia italiana. Basti pensare che i 703 privatisti delle paritarie romane superano quelli delle medesime scuole non statali di tutta la Lombardia, che agli esami complessivamente (tra statali e paritarie) porta alla maturità 15 mila alunni in più del Lazio. L'anno scorso, il primato era saldamente in mano agli istituti non statali della provincia di Napoli, che quest'anno dovranno accontentarsi soltanto di 453 privatisti. La Flc Cgil promette di «vigilare affinché la normativa venga applicata correttamente e, se è il caso, di denunciare le anomalie».

Per avere un'idea del fenomeno basta citare qualche dato. Nelle scuole statali di Roma e provincia, l'incidenza dei privatisti si attesta attorno al 5 per cento: 5 privatisti ogni 100 candidati alla maturità. Un valore sostanzialmente in linea con le medie nazionali. Nelle scuole private, dove per svolgere lo stesso esame occorre sborsare centinaia o migliaia di euro, il valore schizza al 12 per cento. In provincia di Milano, sempre per le paritarie, si scende al 7 per cento e in provincia di Napoli addirittura al 5 per cento. E dire che per sostenere lo stesso esame in una scuola di Stato, fra tassa d'esame e per il diploma, basta pagare in tutto 27,22 euro. Eppure, il ministro della Pubblica istruzione uscente, Giuseppe Fioroni, ha ripristinato la commissione d'esame mista e imposto che i candidati avessero la residenza nello stesso Comune in cui si trova la scuola sede dell'esame. E da quest'anno le domande degli esterni non vengono gestite più dalle scuole ma dall'Ufficio scolastico regionale.