ISTRUZIONE

Marchionne:
in Italia situazione non molto brillante.

Occorre fare di più e meglio. Auguri al neo ministro Gelmini

ApCOM , 27.5.2008

Torino, 27 mag. (Apcom) - La situazione in cui versano formazione e ricerca in Italia "oggi non è molto brillante", secondo l'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne. Nella lectio tenuta al Politecnico di Torino, dove ha ricevuto oggi la laurea ad honorem in ingegneria gestionale, Marchionne ha lanciato un appello "a fare di più e meglio".

Rivolgendosi al neo ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, presente alla cerimonia, Marchionne ha dichiarato: "Abbiamo una grande sfida di fronte ma per lo meno gli obiettivi sono chiari. Per questo, signor ministro, desidero farle i miei migliori auguri di buon lavoro". Nel suo discorso, l'ad della Fiat ha premesso: "Siamo consapevoli che la competitività del nostro Paese passa attraverso la centralità della formazione e della ricerca e attraverso un più stretto collegamento con il mondo del lavoro". Ma la situazione non è brillante e al riguardo Marchionne ha citato la classifica della competitività stilata dall'Imd di Losanna due settimane fa che "ci ha visti scivolare verso il fondo. A loro parere tra le sfide che abbiamo di fronte per recuperare terreno ci sono la riforma del sistema scolastico e la promozione delle materie tecniche e scientifiche".

Ancora più "impietoso", ha aggiunto, è il rapporto Ocse sull'Educazione, la cui pagella per la scuola italiana "non ha un solo punto di sufficienza".

Marchionne ha citato anche i commenti non lusinghieri della stampa estera. "Il mese scorso - ha detto - il quotidiano spagnolo El Pais ha pubblicato un'inchiesta sui ragazzi italiani. Il titolo non lasciava molto spazio alla fantasia: 'L'Italia non è un Paese per giovani'. Ci descrivono come una grande casa di riposo, dove - ha sottolineato ricevendo un applauso dalla platea degli studenti - gli insegnanti sono i più anziani d'Europa e i giovani sono rassegnati e disillusi, non viaggiano all'estero, non comprano libri e non vanno a teatro. Non hanno diritti. Ma tutto questo - ha concluso - non è che uno stimolo a fare di più e meglio".