Istruire gli istruttori.

Pasquale Almirante, La Sicilia del 18.5.2008

Gelmini con Pizza, rispettivamente ministro e sottosegretario alla Istruzione, non ci sembrano una buona portata per la scuola e questo può significare: o che l'insegnamento è ritenuto cosa secondaria; o che la strada principale è già tracciata e un ministro, col suo vice, vale l'altro.
Nel frattempo ascoltiamo dichiarazioni bellicose sul tipo di licenziare i fannulloni: ma a scuola chi dovrà farlo? Il dirigente? E se anche lui è un insipiente buonoanulla? Ma non solo. Occorrerà che qualcuno ponga dei paletti e regole condivise in modo che il merito non si possa misurare, per esempio, col progettificio imperante che allontana dalle classi e non tiene conto del lavoro cavernoso coi ragazzi.
D'altra parte le squadre progettanti Por e Pon portano appannaggi percentuali soprattutto ai presidi cosicché il cerchio si chiude solo a favore di costoro e la scuola cola a picco. Tranne che, come diceva un esperto, i docenti vadano a lavoro con la carta bollata appresso e alla prima avvisaglia ruffiana la spediscano in Procura. Docenti magistrati insomma contro presidi sceriffi nelle scuole dell'autonomia in concorrenza fra di loro per accaparrare clientela, fondi, docenti e tutti insieme alla ricerca del servizio d'eccellenza.
Non ci sembra un quadro tanto edificante benché possibile, anche in vista di quest'altra novità del federalismo con cui ogni Regione potrà stabilire, oltre che propri salari, precedenze di graduatorie e punteggio ai residenti mentre si complicherebbero i trasferimenti.