Gelmini/2.
Un'eredità impegnativa sul fronte sindacale.

da TuttoscuolaNEWS, n. 344, 12 maggio 2008

Non erano molti, ma come sempre colorati e rumorosi, gli aderenti ai Cobas che hanno occupato la scalinata di accesso al ministero di viale Trastevere proprio nel giorno in cui vi metteva piede per la  prima volta il nuovo ministro Gelmini. La coincidenza è stata casuale,  ma non per questo meno simbolicamente significativa.

Nel giorno del suo insediamento nel palazzo di viale  Trastevere, fresca di giuramento, Maria  Stella  Gelmini ha così cominciato a conoscere alcuni dei problemi che si troverà ad  affrontare: quello del precariato (sulle assunzioni il ministro Tremonti non sembra meglio disposto rispetto al suo predecessore Padoa-Schioppa) e quello dei corsi di recupero dei debiti, altro punto centrale della protesta dei Cobas. Ma anche gli altri sindacati, confederali e autonomi, sono in fermento, e si predispongono a fronteggiare il ministro di un governo che almeno sulla carta si mostra meno "amico" di quello precedente (al quale, peraltro, hanno fatto pochi sconti.).

Il primo fronte di impegno per la Gelmini è dunque quello del rapporto con i sindacati, che potrebbe essere non facile a causa delle ristrettezze finanziarie e alla luce delle idee espresse dal ministro in materia di stipendi da collegare al merito individuale. Ma che potrebbe diventare più agibile in presenza di un serio impegno del governo ad aumentare la percentuale della spesa per l'istruzione sul PIL (o sulla spesa pubblica, come proposto da Tuttoscuola).