Istruzione: il futuro è pronto. Pasquale Almirante, La Sicilia del 25.5.2008 Maria Pia Garavaglia, del Pd, è dunque l’ombra del ministro dell’Istruzione Gelmini, mentre Valentina Aprea, che senz’ombra di dubbio ne capisce, è presidente della commissione Cultura della Camera. Le pedine sono tutte al loro posto per cui fra poco inizierà la nuova partita con il futuro della prossima generazione di alunni, compresi gli oltre 47mila dispersi ogni anno (20,8%), un milione di promossi con debito, migliaia di ripetenti. In questo quadro s’accende altresì la discussione attorno a due questioni principali: la richiesta di moratoria del recupero dei debiti e il burnout che sta flagellando gli insegnanti dentro cui però sta calando l’ombra della promozione del merito da attribuire ai professori, di cui Gelmini, prima di essere ministro, si era occupata con un suo disegno di legge del febbraio scorso. Sul fronte del debiti scolastici non c’è da stare tranquilli, anche perché l’ordinanza n° 92 è perentoria e le scuole devono provvedere alle ripetizioni; se poi i soldi mancano e le scuole si ingolfano, è argomento che ogni collegio di professori dovrà da solo sbrigarsi, considerato pure che a fine agosto tutte le operazioni devono essere concluse. Da qui alcune proposte sindacali e no di trasportare esami e lezioni ai primi di settembre, non solo per consentire una gestione più oculata dei fondi ma anche per dare respiro ai docenti, molti dei quali sono impegnati con gli esami di stato fino a luglio inoltrato. Una proposta saggia che spetterà al nuovo ministro di valutare se vuole veramente schivare ulteriori malanni ai professori in evidente crisi di nervi e di stabilità psichica che è stata ulteriormente confermata di questi giorni dopo gli annunci, documentati, degli ultimi anni del millennio scorso. Bullismo, esasperante burocrazia, famiglie permalose-perniciose, competizione, progetti utili solo a creare diffidenza e malumore per qualche euro in più, strisciante ignoranza-tracotanza di diritti e doveri e cosi via. In questo ribollente calderone le minacce di dare più soldi, non più a pioggia, ma solo a merito: chi lo stabilirà? E come? In un ambiente nel quale per quasi un secolo si è sempre cercato il quieto vivere e che è stato una sorta di limbo di parità remunerativa e professionale, oggi si aggiunge anche questo ulteriore motivo di ansia.
L’unico obiettivo certo resta per ora solo
quello di continuare la lunga e pericolosa marcia per ritardare
l’inevitabile accerchiamento, nella speranza che qualcuno libererà i
professori: ma chi?
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