La scuola che non funziona.
Ecco i colpevoli.
di Aristarco Ammazzacaffè, da
ScuolaOggi del
21.5.2008
E’ diventato l’argomento del giorno. L’altro
giorno “la Repubblica” gli ha dedicato due pagine intere. Una, ma
pienissima, “Il Corriere”. Il bullismo che colpisce i docenti occupa
ormai le cronache di tutti i giornali. Se ne è scritto con
particolare enfasi – suppongo - soprattutto sulla Padania, che di
suo ci mette la nazionalità dei bulli; che sono tutti ovviamente
romeni, magrebini, sudamericani, cinesi e calabresi (i romani invece
sono solo ladroni).
La cosa interessante, segnalata in proposito, è la gara nobile e
generosa, a sostegno degli insegnanti sbeffeggiati dai bulletti
delle nostre scuole, che sta coinvolgendo tutte le istituzioni. Era
ora.
Siamo a una svolta. E' un segnale che fa il paio con l'impegno
impressionante di Berlusconi IV sulla scuola. Tutti, tra l’altro,
abbiamo apprezzato, al riguardo, i nomi di primo piano nel suo nuovo
gabinetto.
Pensate! C'è pure Pizza che, quanto a nome, sfida anche Coca cola e
Chivas Regal 12 years old.
Una annotazione tra parentesi. L'altra sera nel sentire per
l'Istruzione e l’Università il nome dell'avvocato Gelmini, molto
nota tra compagni di scuola e parenti, ho letteralmente gioito,
pensando che la sorte ci aveva risparmiato Calderoli, che pure ci
poteva capitare, dati i tempi.
Ma stavo parlando della gara pro docenti bullizzati che, soprattutto
in Lombardia - e a Milano in modo particolare - è scattata tra tutte
le nostre istituzioni, in un crescendo che neanche Rossini.
Non so chi per primo ha avuto l'idea che questa storia del bullismo
contro gli insegnanti potesse funzionare. Come tutte le storie
forti, anche questa penso sia nata così. C'era nell'aria.
E così abbiamo scoperto da un giorno all'altro - e anche meno – che,
in area lombarda, una task force di 10 ispettori svolgerà indagini
nei 1308 istituti della regione e un gruppo di psicologi aiuterà i
docenti delle 650 scuole superiori milanesi.
Psicologi che probabilmente sono altri da quelli delle ASL
territoriali che faranno sportello a spese del Comune, con tanto di
accordo regolarmente firmato in marzo. (Di nascosto, per altro,
dall'Assessore della Provincia che si è risentito con la sindaco
Moratti perché "nel processo sinergico” ci vuole essere anche lui,
oh perbacco!).
E così, come per gli abbandoni scolastici e tutti gli altri fenomeni
che si rispettino - compresa la calvizie - anche la task force
lavorerà "per la prevenzione e la lotta". Nel caso, "alle prepotenze
nei confronti dei docenti", come ci spiega su "la Repubblica" il
provveditore di Bergamo.
E non finisce qui. C'è di più e di meglio. Anche il nuovo Ministro,
l'avvocato Gelmini, di cui sopra, non vuole essere da meno. E così,
pur essendo arrivata per ultima, pensa già ad un suo progetto del
quale banco di prova sarà l'operazione milanese della task force di
ispettori e del gruppo di psicologi. (Con sociologi, antropologi e
anche urologi, come si vocifera? Speriamo. Sarebbe bello!)
Pare comunque che ci lavorerà anche il prof. Charmet (se la notizia
è vera, come non penso) a "restaurare l'autostima perduta degli
insegnanti", a seguito delle “prevaricazioni e violenze” dei bulli
nostrani.
E fossero solo provocazioni e violenze a ferire i docenti. Ci sono
anche "i compiti non fatti, le lezioni saltate, i ritardi continui".
Che come offese non solo male.
E uno che fa in questi casi, appena può? Si disistima ancora di più
e si rivolge a Padre Pio, se è molto credente, e al Padreterno, se
appena c’ha un po’ di fede. In tutti gli altri casi c’è Charmet come
icona. Almeno in Lombardia.
Finalmente, come si vede, un segno di interessamento alla scuola
reale e ai suoi insegnanti.
E così si comincia a farla finita con quei demagoghi che vanno
dicendo in giro che i bulli ci sono perché la scuola non funziona.