Dodici con portafoglio, nove senza. quattro le
donne
Berlusconi IV: chi sono i ministri.
Da Frattini alla Carfagna,
i profili politici degli esponenti del nuovo governo,
tra vecchia guardia e new entry
Il Corriere della Sera dell'8.5.2008
FRANCO
FRATTINI -
Alla seconda nomina a ministro degli Esteri, è uno dei membri del
governo con più esperienza. Nel 1994 è nominato segretario generale
di Palazzo Chigi dal governo Berlusconi. Entra nel governo tecnico
di Lamberto Dini nel 1995, con l'incarico di ministro per la
funzione pubblica e gli affari regionali. Allo scioglimento delle
camere nel 1996 aderisce a Forza Italia. Con la nascita del secondo
governo Berlusconi, torna ministro per la Funzione pubblica; a
novembre 2002 passa al ministero degli Esteri, sostituendo lo stesso
Berlusconi che ne aveva assunto l'interim dopo le dimissioni di
Renato Ruggiero. Nel 2004 lascia il governo italiano per entrare
nella Commissione europea, dove assume l'incarico di vicepresidente.
ROBERTO MARONI
- Torna al ministero dell'Interno dopo la breve esperienza del 1994,
è uno dei dirigenti storici della Lega e uno degli uomini più vicini
a Umberto Bossi. Comincia la carriera politica con l'elezione al
consiglio comunale di Varese nel 1990, poi passa alla Camera nel
1992 e diventa capogruppo leghista nel 1993. Nel primo governo
Berlusconi è ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio.
Con la vittoria della Cdl nel 2001, assume l'incarico di ministro
del Lavoro, che tiene fino al 2006, e porta all'approvazione la
riforma delle pensioni e la legge Biagi. Nella legislatura appena
trascorsa era il capogruppo della Lega alla Camera.
ANGELINO ALFANO
- Ministro della Giustizia, comincia la sua carriera politica in
Sicilia negli anni '90. È considerato un uomo di fiducia di
Berlusconi. Deputato alla terza legislatura, nel 2002 è stato
nominato dal Cavaliere responsabile delle politiche per il
Mezzogiorno di Forza Italia, mentre nel 2005 è passato all'incarico
di coordinatore del partito in Sicilia.
IGNAZIO LA RUSSA
- Ministro della Difesa, è alla prima esperienza di governo dopo una
lunga carriera politica di incarichi di partito e parlamentari prima
nel Msi, poi in An. Milita fin da giovane nel Movimento sociale
italiano, di cui diventa uno dei dirigenti che si impegnano, nel
1994, per la nascita di Alleanza nazionale, riconoscendosi nella
componente del partito che faceva capo a Giuseppe Tatarella. È stato
eletto vicepresidente della Camera nel 1994, presidente della giunta
per le autorizzazioni a procedere nel 1996, capogruppo di An nel
2001. Nel 2003 Gianfranco Fini lo nomina coordinatore nazionale di
An, di cui diventa vicepresidente nel 2004. Nell'ultima legislatura
era capogruppo alla Camera.
GIULIO TREMONTI
- Inventore della cosiddetta finanza creativa, spesso al centro di
vicende contrastate e di aspre polemiche, nel 2001 con la vittoria
del centrodestra ntra nel governo Berlusconi bis nel ruolo di
superministro dell'Economia, accorpando le competenze di Tesoro,
Bilancio e Finanze. Per primo ingaggia un confronto con il
governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio sull'onda degli
scandali finanziari Cirio e Parmalat. Nell'aprile 2004 si dimette da
ministro in seguito a un forte conflitto con An, ma meno di un anno
dopo, a chiusura della crisi di governo, viene richiamato al suo
posto. La sua carriera politica era cominciata nel 1994: eletto alla
Camera nelle liste del Patto Segni, Tremonti votò la fiducia a
Berlusconi ed entrò nel suo governo come ministro delle Finanze.
CLAUDIO SCAJOLA
- Ministro dello Sviluppo economico. Una
carriera tutta nella Dc prima di approdare in Forza Italia. Dopo un
periodo come coordinatore provinciale di Imperia passa al nazionale
e diventa segretario organizzativo. Nel 2001, governo Berlusconi
bis, Scajola è ministro dell'Interno. Deve affrontare il dopo 11
settembre, gli arresti dei poliziotti di Napoli, il G8 di Genova.
Nell'estate 2002 Scajola è costretto a dimettersi dopo le polemiche
per una sua frase su Marco Biagi,assassinato dalle Br. A luglio 2003
rientra nel governo come ministro per l'Attuazione del programma.
LUCA ZAIA
- Ministro delle Politiche agricole e forestali, è vicepresidente
della regione Veneto. Comincia la carriera politica come consigliere
comunale per la Liga Veneta. Nel 1998 viene eletto presidente della
provincia di Treviso, sostenuto solo dalla Lega, venendo
riconfermato nel 2002. In entrambi i casi ottiene al ballottaggio
risultati superiori al 60% dei voti.
STEFANIA PRESTIGIACOMO
- Ministro dell'Ambiente. Nonostante l'età (41 anni), vanta già una
carriera politica di tutto rispetto: in Parlamento ininterrottamente
dal 1994, è stata ministro delle Pari opportunità per cinque anni.
Aderente della prima ora a Forza Italia, entra nel 1994 alla Camera
e fa parte della commissione lavoro, dove resta anche nel 1996; nel
2001 entra nel governo Berlusconi con l'incarico per le Pari
opportunità, e tenta inutilmente di far approvare una legge sulle
quota rosa alle elezioni. Nella scorsa legislatura è tornata a far
parte della commissione lavoro della Camera.
ALTERO MATTEOLI
- Nominato ministro per le Infrastrutture, è una presenza fissa nei
governi Berlusconi, avendo ricoperto l'incarico di ministro per
l'Ambiente nei tre precedenti governi di centrodestra. Ha cominciato
a fare politica nel Msi di cui è stato uno dei dirigenti più
importanti in Toscana. Entrato in Nella lunga carriera parlamentare
ha fatto parte, fra l'altro, della commissione parlamentare di
inchiesta sulla loggia massonica P2 ed è stato capogruppo di An al
Senato nella legislatura appena trascorsa.
MAURIZIO SACCONI
- Ministro del Lavoro, vanta una lunga carriera politica e
parlamentare, prima nel Psi poi in Forza Italia. Negli ultimi anni,
ha legato il suo nome alle politiche per il lavoro, collaborando con
Marco Biagi alla stesura del Libro bianco del 2001, e poi
impegnandosi per l'approvazione di quei progetti di riforma dopo
l'assassinio del giurista bolognese. Eletto deputato dal 1979 al
1994 nelle liste del Psi di Bettino Craxi, torna in politica nelle
fila di Forza Italia e diventa sottosegretario al lavoro nel 2001. È
presidente dell'associazione Amici di Marco Biagi.
SANDRO BONDI
- Ministro della Cultura, dal 2002 è il portavoce di Forza Italia.
Già militante del Pci e poi del Pds, ha fatto per qualche anno il
giornalista. La vita politica di Bondi ha un prima e un dopo il
1994: nel prima ha al suo attivo un passato di leader locale del
partito comunista. Il dopo comincia in seguito all'incontro con
Silvio Berlusconi, cui segue la decisione di entrare nel nuovo
partito di Forza Italia.
MARIASTELLA GELMINI
- Ministro dell'Istruzione, è coordinatrice regionale di Forza
Italia in Lombardia. Eletta alla Camera la prima volta nel 2006,
considerata fedelissima di Berlusconi fin dalla prima ora. Molto
vicina al mondo cattolico, vanta ottimi rapporti anche con le
componenti laiche di Forza Italia.
UMBERTO BOSSI
- Torna al governo con l'incarico di ministro per le Riforme che
aveva già nel governo Berlusconi bis e che aveva tenuto fino al
luglio 2004, pochi mesi dopo la malattia che lo ha tenuto a lungo
lontano dalla politica. Bossi entra in Parlamento nel 1987, eletto
al Senato; di questa esperienza gli resterà il soprannome di senatùr,
anche se il resto della sua carriera si svolgerà alla Camera. Capo
incontrastato della Lega, creatore di slogan e riti come i
giuramenti di Pontida, più volte sotto inchiesta per reati come il
vilipendio della bandiera, guida il partito in tutte le sue svolte:
dall'ingresso nel primo governo Berlusconi nel 1994 al «ribaltone»
che porta al governo Dini; dalla secessione della Padania nel 1996
alla ricostituzione dell'alleanza con il centrodestra che nel 2001
riporta la Lega al governo.
ANDREA RONCHI
- Ministro per le Politiche comunitarie. È alla sua terza
legislatura. Considerato un fedelissimo del presidente di An, Ronchi
è legato a Fini anche da rapporto di amicizia. Attualmente ricopre
l'incarico di portavoce di An. Nel 2003 aveva preparato la storica
visita di Fini in Israele. Nel 2005 entrò a far parte della
segreteria politica di Alleanza Nazionale, dopo l'azzeramento dei
vertici deciso da Fini in seguito alle rivelazioni del quotidiano Il
Tempo su una scottante conversazione a tre (protagonisti i
"colonnelli" del partito Altero Matteoli, Ignazio La Russa e
Maurizio Gasparri) ascoltata da un cronista, nella quale l'allora
capo di An, oggi presidente della Camera, veniva fatto oggetto di
valutazioni e commenti giudicati irriguardosi.
ELIO VITO
- Ministro per i Rapporti con il Parlamento. La sua militanza
politica comincia fra i radicali, eletto deputato per la Lista
Pannella nel 1992 e nel 1994. Passa poi a Forza Italia. Nel 2001
diventa capogruppo di Fi.
RENATO BRUNETTA
- Assegnato alla Funzione pubblica e innovazione, è al primo
incarico ministeriale. Nel 2004 è stato nominato consigliere
economico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
All'interno di Forza Italia ha ricoperto dal 2007 l'incarico di
vicecoordinatore nazionale e di responsabile del settore programma.
ROBERTO CALDEROLI
- Ministro per la Semplificazione. La sua carriera comincia come
consigliere comunale a Bergamo. Nel 1993 è presidente della Lega
Nord-Lombardia e nel 1995 segretario. Nel 1992 era stato eletto per
la prima volta deputato, e da allora è stato sempre rieletto. Nel
2000 scatena una polemica con le sue dichiarazioni sull'uso delle
armi contro gli scafisti. Nel 2002, in dissenso con il partito, vota
contro il ritorno in Italia dei Savoia. E provoca ancora polemiche
la sua proposta di castrare gli stupratori. Il 20 luglio 2004
subentra a Bossi come ministro delle Riforme. Ma due anni dopo si
deve dimettere travolto dalle polemiche: era il tempo delle proteste
del mondo musulmano per le vignette satiriche pubblicate in
Danimarca, e Calderoli per ribadire il diritto a esprimersi
liberamente si presentò in tv con una maglietta, indossata sotto la
camicia, che riproduceva una vignetta. I giorni scorsi il figlio del
colonnello Gheddafi ha detto che la nomina di Calderoli a ministro
sarebbe stata catastrofica per i rapporti con l'Italia.
RAFFAELE FITTO
- Ministro per gli Affari regionali. Vicesegretario del Cdu di Rocco
Buttiglione dal 1995, nel 1998 crea, assieme a Roberto Formigoni il
movimento dei Cristiano democratici per le libertà, che confluisce
in Forza Italia. Eletto al parlamento europeo nel 1999, diventa
presidente della regione Puglia nel 2000. Ma nel 2005 non viene
rieletto, battuto di misura dal candidato dell'Unione Nichi Vendola,
del Prc. Entra alla Camera nel 2006 e viene rieletto nel 2008.
All'interno di Forza Italia ha ricoperto gli incarichi di
coordinatore regionale in Puglia e, dal 13 ottobre 2006, quello di
responsabile per le politiche del Mezzogiorno.
GIORGIA MELONI
- Ministro delle Politiche giovanili. Con i
suoi 31 anni, strappa ad Enrico Letta il record di ministro più
giovane della storia della Repubblica. Già nel 2006, a 29 anni,
aveva conquistato il primato di più giovane vicepresidente della
Camera. Si è impegnata fin dagli anni della scuola nelle
organizzazioni della destra, fino ad assumere nel 2004 la presidenza
di Azione giovani, organizzazione giovanile di An. Dopo essere stata
eletta al consiglio provinciale di Roma nel 1998, Giorgia Meloni
entra in parlamento nel 2006 con l'elezione alla Camera, e subito
viene proiettata nel delicato incarico di vicepresidente.
MARA CARFAGNA
- Ministro per le Pari opportunità. Impegnata
in politica dal 2006, eletta alla Camera nelle liste di Forza
Italia. Nelle elezioni del 2008 è stata rieletta dopo essere stata
candidata al numero tre della lista in Campania del Pdl. Vanta una
serie di lavori in televisione, come attrice e conduttrice, e una
partecipazione a Miss Italia nel 1997. In Forza Italia ha ricoperto,
fra l'altro, il ruolo di responsabile nazionale delle donne.
GIANFRANCO ROTONDI
- Ministro per gli Affari sociali, è segretario della Democrazia
cristiana per le Autonomie, partito da lui stesso fondato nel 2005.
Eletto alla Camera nel 1994 per il Ppi, aderisce poi al Cdu di Rocco
Buttiglione, ma nel 1996 non viene rieletto. Torna alla Camera nel
2001, eletto per la Cdl. Dopo aver aderito all'Udc, annuncia nel
2004 di voler rifondare la Dc, e per questo entra in contrasto con
gli altri partiti che rivendicano lo stesso nome. In Parlamento,
aderisce dal 2005 alla componente degli Ecologisti democratici. Nel
2006 viene eletto al Senato, ed entra a far parte della commissione
di vigilanza sulla Rai. Il suo partito decide infine di aderire
all'appello di Silvio Berlusconi per l'unificazione del centrodestra
dentro al Popolo delle libertà.