ScuolA

per precari troppa mobilità prof
colpa MIUR: Assuma tutti.

Oggi 20% docenti cambia scuola? Gelmini copra i vuoti d'organico
Docenti obbligati a cambiare sede: con prossimi tagli peggiorerà

ApCOM, 14.7.2008

Roma, 14 lug. (Apcom) - Se più di un quinto dei docenti italiani cambia scuola da un anno all'altro pregiudicando la continuità didattica la colpa è del ministero che non provvede alle assunzioni in ruolo su tutti i posti disponibili: così rispondono gli insegnanti ai dati espressi nello studio svolto da alcuni ricercatori della Banca d'Italia e del Miur secondo cui l'apprendimento degli studenti risente negativamente sia del turnover degli insegnanti, sia dello scarso attaccamento degli insegnanti alla scuola in cui operano.

"Spiace che il Ministro Gelmini faccia finta di non accorgersi che l'interruzione della continuità didattica è conseguenza diretta del precariato", commenta Paolo Malerba del direttivo 'Comitato precari della scuola Liguria'. "Su questo punto - continua il docente - abbiamo anche realizzato un Manifesto sottoscritto da centinaia di insegnanti e cittadini con il quale proponiamo la creazione di una 'dotazione organica aggiuntiva' su cui immettere in ruolo e coprire i vuoti nell'organico di fatto".

In pratica i docenti assunti non verrebbero più spostati di sede se non per effettive necessità. "Il possibile passaggio da una sede ad un'altra - spiega il professor Malerba - potrà avvenire solo per cessata necessità sulla sede di partenza preservando in tal modo la necessaria continuità didattica ancora più evidente nel caso dei docenti impegnati nelle attività di sostegno. Fuori da questo sistema resterebbe solo un esiguo numero di precari, stabilito numericamente, che nella scuola di domani dovrà rappresentare più l'eccezione che la regola e come tale dovrà essere retribuito".

Oggi gli insegnanti che si spostano abitualmente di anno in anno, non per propria volontà ma per volontà del Ministero sono ben 142.000, uno ogni sei. Questo numero rappresenta i ben due terzi del numero degli spostamenti totali.

"La storicità del precariato scolastico rivela non l'eccezionalità di un evento bensì una pratica abusata - sostiene Paolo Fasce, anche lui del direttivo di precari liguri-. Se il ministro Gelmini decidesse di assorbire tutti i precari questo problema diventerebbe residuale".
 

Anche Gianluca Lovreglio, docente e webmaster del blog ‘Scuolaviolenta’ è convinto che l’eccessivo turn over degli insegnanti derivi da errate ragioni organizzative-strategiche e non individuali: “Il vero problema della scuola - dichiara Lovreglio ad Apcom - è che un insegnante su cinque è un precario, e il precario è costretto non per sua scelta a cambiare scuola ogni anno”.

Secondo il docente lo studio di Bankitalia andrebbe invece nella direzione opposta rispetto a tutti i provvedimenti che l’attuale governo ha preso o si accinge a varare sulla scuola: “innanzitutto, se il ministro Gelmini ci tenesse davvero alla continuità didattica, dovrebbe assumere i docenti precari su tutti i posti disponibili, realizzando il piano triennale previsto dalla finanziaria 2006, e non dovrebbe invece procedere ai feroci tagli preannunciati da Tremonti, il vero ministro dell’istruzione”.

“In secondo luogo - continua l’insegnante di Taranto -, se nei prossimi tre anni le cattedre saranno tagliate, e le classi accorpate, come è possibile per i docenti ‘rimanerci sopra’ e realizzare la continuità didattica? Poi ancora, il blocco delle assunzioni avrà la conseguenza di innalzare ancora di più l’età media dei docenti italiani, altro che turn-over”.

Diverso è il discorso per la mobilità: già la legge 143/04 aveva posto un limite, il 20%, alla mobilità professionale degli insegnanti. “Tale limite - incalza Lovreglio - è però stato ampiamente disatteso dallo stesso governo e dai sindacati, che in sede contrattuale hanno spinto per innalzare il limite al 50% di tutti i posti disponibili per le assunzioni”.

Da tempo diverse associazioni di docenti precari denunciano poi la doppia possibilità offerta ai docenti di ruolo: “richiedere la mobilità interna (al 50% dei posti disponibili), ed in più sfruttare la propria presenza nelle graduatorie ad esaurimento. In realtà le Graduatorie dovrebbero essere ‘ripulite’ da tutti i docenti che già lavorano nella scuola, che vi sono inseriti solo per sfruttare questo ulteriore canale come ulteriore strumento di mobilità professionale”.

“Anche qui lo studio di Bankitalia - dice il docente webmaster - non fa che evidenziare il clamoroso abbaglio del governo. Le poche prossime assunzioni vedranno il recupero dei posti eventualmente occupati da docenti già in ruolo sul posto di partenza, e non su quello di arrivo. Con la conseguenza di avere insegnanti più giovani nella scuola primaria, e sempre più vecchi nella scuola secondaria. Il governo precedente si era mosso diversamente, contribuendo ad abbassare l’età media dei docenti della secondaria”.

Secondo l’insegnante il clima che si sta creando attorno all’istruzione è tutt’altro che positivo: “saccenti tuttologi, opinion makers, grandi firme ed esperti del nulla, a cui si aggiungono ora i tecnici della Banca nazionale - sostiene Lovreglio -, sono impegnati in una assurda gara a chi riesce a seppellire con quintali di fango una delle più importanti istituzioni del Paese. Non se ne comprendono le ragioni”.

Su un aspetto Lovreglio è però concorde con lo studio di Bankitalia: “la continuità didattica è un valore, che deve essere difeso e garantito. Ma il primo a crederci deve essere proprio il governo, stabilizzando il precariato ed applicando le norme che esso stesso si è dato”.