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Contro governo sit-in precari
il 23 luglio a Montecitorio.

Insolita manifestazione estiva: l'obiettivo è bloccare dl 112

ApCOM, 15.7.2008

Roma, 15 lug. (Apcom) - I precari della scuola hanno programmato un sit-in in piazza Montecitorio per mercoledì 23 luglio: al centro della protesta vi saranno i tagli dei posti, di aule, personale, classi, tempo scuola, docenti di sostegno e risorse complessive. La decisione è giunta a distanza di pochi giorni dall'incontro a Roma dei delegati di tutte le associazioni che tutelano il personale non di ruolo.

In quell'occasione tutte le organizzazioni dei precari erano convenute sulla necessità di scendere il prima possibile in piazza per contrastare con forza, prima dell'approvazione delle restrizioni contenute nel dl n. 112, la politica dei tagli agli organici e tutelare i diritti di docenti vincitori di concorso in servizio da anni ma ancora precari.

Il sit-in si svolgerà a ridosso dell'obelisco in piazza Montecitorio dalle 11,00 alle 17,00: gli organizzatori speravano in una manifestazione di più lunga durata, ma la questura romana ha concesso solo sei ore. I docenti hanno però già fatto sapere che basteranno per mandare un chiaro messaggio di dissenso per la politica intrapresa dal governo nei confronti della scuola nelle ultime settimane.

Anche se la protesta si svolgerà in piena estate, un periodo insolito per le manifestazioni della scuola, si prevede infatti un'adesione importante: durante l'incontro romano del Galilei dell'11 luglio (organizzato dai Cip e dove sono giunti delegati da tutta Italia) tutte le organizzazioni e i gruppi di docenti hanno preannunciato che aderiranno compatti.

Il malcontento del resto ha raggiunto livelli alti: oltre ai preannunciati tagli di 90.000 cattedre in tre anni, tra i precari serpeggia il timore per gli sviluppi della riforma del sistema di reclutamento, attualmente in discussione presso le commissioni Cultura di Camera e Senato: se il ddl, presentato dall'on. Valentina Aprea (Fi) dovesse infatti andare in porto non ci sarebbe più molto spazio per i circa 300.000 precari vincitori di concorso attualmente in lista d'attesa.

"Questo Governo - spiega Maristella Curreli, presidente dei Cip - dimentica che la scuola pubblica deve essere di tutti e per tutti, che l'istruzione non è merce da vendere e acquistare ma è investimento e non spesa, promozione civile e non addottrinamento". A proposito del ddl sul nuovo reclutamento, che prevederebbe anche la chiamata diretta dei presidi, il leader dei 'Comitati italiani precari' è convinto che sottrarrebbe la "libertà di pensiero espropriando i diritti legittimi maturati nel tempo dai docenti precarizzati da decenni di malgoverno dell'istruzione".