Proposta di Legge
I professori scelti dai presidi.
Intesa in Parlamento: spariscono le graduatorie,
arrivano gli albi professionali
Raffaello Masci,
La Stampa,
19.7.2008
ROMA
La scuola sarà veramente autonoma, avrà un consiglio di
amministrazione, sceglierà da sola gli insegnanti, li valuterà
rigorosamente ma permetterà loro di fare carriera e li pagherà
secondo il merito. Non è l’ennesima riforma del sistema di
istruzione, ma solo una riorganizzazione che mira a fare di ogni
istituto una realtà indipendente sia pur all’interno di un sistema
nazionale, sull’esempio dell’Inghilterra, della Svezia ma -
soprattutto - della scuola che secondo l’Ocse funziona meglio al
mondo, quella della Finlandia.
E questo si potrà fare non su proposta del governo ma con una
iniziativa parlamentare bipartisan all’interno della commissione
Cultura della Camera, presieduta da Valentina Aprea.
La scuola
Ogni istituto avrà un consiglio di amministrazione presieduto dal
preside, farà il suo piano dell’offerta formativa e sceglierà
direttamente i docenti tra coloro che ne hanno i requisiti.
Fondazioni
Gli istituti, come già aveva proposto Fioroni, potranno diventare
fondazioni, il che consentirà loro di ricevere finanziamenti anche
privati.
Professionisti
Verrà riformato il loro status giuridico: saranno professionisti e
non più impiegati pubblici. Come tutte le professioni anche quella
docente prevederà un percorso: università, specializzazione,
praticantato, iscrizione ad un albo. I consigli di amministrazione
delle scuole sceglieranno da quell’albo. E i precari? Non ci saranno
più. Al massimo un insegnante sarà disoccupato, ma precario no.
I titoli
Chi entra professore non esce tale
e quale 40 anni dopo. Ci sarà una carriera: docente iniziale,
ordinario, esperto, vicedirigente. Poi, con un altro concorso,
dirigente. La carriera avverrà attraverso un sistema di valutazione
per esami o titoli.
La valutazione
Gli studenti saranno valutati con sistemi «oggettivi» che
misureranno il raggiungimento (o meno) degli obiettivi fissati dagli
programmi nazionali. La valutazione avverrà prima all’interno della
scuola, con un nucleo di «autovalutazione» che consente un iniziale
check-up, poi con l’ausilio dell’Invalsi (l’istituto del ministero
che si occupa di valutazione) come soggetto terzo. In questo modo
ogni scuola e ogni specifica classe conosceranno carenze ma anche
eccellenze proprie. Autovalutazione e valutazione esterna varranno
anche per i docenti. La valutazione prevede un sistema premiale e
anche sanzionatorio, ma è soprattutto uno strumento di diagnosi, che
dovrebbe impedire che alle prossime rilevazioni Pisa-Ocse
continuiamo ad essere in fondo alle classifiche.
Schieramenti d’accordo
Politicamente la novità più rilevante di questo progetto di legge è
che nasce bipartisan. Se ne cominciò a parlare in un seminario alla
fine del 2006 al ministero (con Fioroni ministro). Il tema fu
ripreso da Fioroni stesso nel convegno di Caserta (febbraio 2007).
E’ stato raccolto in un progetto di legge da Valentina Aprea
dell’aprile scorso. Nell’ambito della commissione Cultura, analoghe
proposte sono venute da altre donne di scuola di entrambi gli
schieramenti: Maria Letizia De Torre (Pd), Angela Napoli e Paola
Frassineti (Pdl). Un comitato ristretto sta ora lavorando affinché
le proposte possano confluire in un unico progetto trasversale.