Bossi annuncia:
prima il federalismo,
poi la riforma dell’istruzione.

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 20.7.2008.

Dopo le accuse di Bankitalia un altro duro giudizio "autorevole" al corpo insegnante: “I nostri studenti – ha detto il Ministro delle Riforme parlando per la prima volta della scuola in pubblico - sono fregati da insegnanti ignoranti della nostra cultura del Nord". E sulla maturità: “una vergogna”. Idee che sulle modifiche delle norme scolastiche potrebbero avere il loro peso.

Troppi, avanti negli anni, con l’inizio di carriera legato alla precarietà, tendenzialmente propensi al secondo lavoro, a cambiare sede, quasi sempre poco entusiasti di stare dietro la cattedra. Ed ora pure “ignoranti della cultura del Nord”. A pochi giorni dalla pubblicazione del severo capo di accuse rivolto da Bankitalia, gli insegnanti della scuola italiana devono incassare un altro duro giudizio: stavolta da uno dei ministri più rappresentativi del Governo, Umberto Bossi, il quale dopo aver dato dell’inesperto al responsabile del dicastero di viale Trastevere, stavolta si è rivolto con toni accesi alla categoria dei docenti.

“I nostri studenti – ha detto il Ministro delle Riforme a Venezia, nel corso di una cena organizzata dalla Lega Nord in occasione della Festa del Redentore - sono fregati da insegnanti ignoranti della nostra cultura del Nord".

Su un'imbarcazione presa a noleggio per l'occasione, davanti ad alcune centinaia di sostenitori, tra una portata e l'altra Bossi ha espresso la sua idea sull’istruzione ai rappresentanti della Lega del Veneto e di Venezia. Sinora, anche nei programmi elettorali, la Lega si era invece contraddistinta per non aver mai preso in considerazione – almeno in pubblico - il settore formativo e dell’istruzione. Ora però qualcosa è cambiato.

"La scuola è una cosa fondamentale per il futuro del Paese – ha spiegato il Ministro - ma facciamo una cosa per volta. Adesso portiamo a casa il federalismo: poi facciamo anche la riforma dell'Istruzione”.

A Bossi non piacciono, inoltre, i contenuti dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo: evidentemente legato a contenuti troppo tradizionalisti e con poche possibilità di far esprimere gli studenti su aspetti più locali e meno nazionali.

"E' una vergogna vedere come fanno gli esami di maturità i nostri ragazzi – ha sottolineato il Senatur - che sono fregati da insegnanti ignoranti della nostra cultura del Nord. Non siamo stati previdenti". Poi una frase che ha il sapore del preavviso. Per questo motivo, d’ora in poi "dobbiamo essere molto previdenti. Per questo stop all'andazzo colonalista – ha concluso il leader della Lega -, ma non temiamo il centralismo romano".

Al di là dei contenuti “colorati” a cui ci ha abituato il Ministro Bossi, l’impressione è che d’ora in poi Governo e Miur nel realizzare le annunciate modifiche all’impianto normativo scolastico dovranno fare i conti anche con questo genere di richieste: che intendono puntare dritto ad una gestione sempre più localista e regionale (in linea del resto con la nota revisione del Titolo V della Costituzione). Altrimenti in Aula, al momento della resa dei conti, chi non se ne è curato potrebbe pentirsene amaramente.