Italiano, questo sconosciuto.

Congiuntivi sbagliati e scarsa capacità lessicale:
i giovani italiani sono in difficoltà con la lingua

La Stampa, 14.7.2008

ROMA
Il 38% degli italiani non sa usare il congiuntivo, il 27 % ha problemi con il condizionale e il 31% con il passato remoto. Nel linguaggio a creare confusione sono gli accenti, e in particolare il "se" costituisce un problema per il 63% degli italiani mentre il 22% ignora l’uso della doppia consonante in alcune parole. È quanto emerge dallo studio promosso dal colosso internazionale dei videogiochi Ubisoft, in occasione dell’uscita di "My word coach-Arricchisco il mio vocabolario", che attraverso sei livelli di gioco mette alla prova e migliora la proprietà di linguaggio. Lo studio è stato realizzato da BocconiTrovato&Partners attraverso 5 focus group, su circa 100 ragazzi delle scuole medie superiori, in collaborazione con un pool di 80 esperti (psicologi e sociologi) su come i giovani vivono il rapporto con l’italiano.

Ma questi non sono gli unici scogli della lingua italiana. Quello che emerge con forza è la poca conoscenza del lessico: gli studenti ignorano i sinonimi, sbagliano nell’utilizzo dei termini, faticano a trovare quello giusto pur sapendo che è una cosa utile nella vita e che può aiutarli nella ricerca di un lavoro. Il problema? Anche a scuola si usa un italiano colloquiale, un pessimo rapporto con libri di testo e vocabolario. In generale strumenti vecchi e noiosi, che non stimolano l’arricchimento del proprio lessico.

I giovani si giudicano impreparati in italiano ma vorrebbero migliorarsi in vista dell’università o dei colloqui di lavoro. Preferiscono imparare nuovi termini da film e chat perchè libri e lezioni non consentono la pratica e non sono divertenti. Oltre la metà degli intervistati attribuisce una sufficienza risicata al suo vocabolario ma lo giudica lacunoso in alcuni contesti 34%, il 21% ammette addirittura di non conoscere molte parole oltre quelle di uso comune. Solo il 15% si sente molto preparato sull’argomento, mentre il 26% dice di essere abbastanza preparato ma confessa di restare spiazzato di fronte ad alcuni termini. Oltre l’80% ha confessato di essere stato a disagio per non aver capito una frase del suo interlocutore perchè non conosceva il significato di una parola e il 77% dichiara che più di una volta «non ha trovato le parole giuste».

Gli studenti si trovano in difficoltà, a causa della poca conoscenza del lessico, soprattutto durante le interrogazioni (46%) e il tema d’italiano (57%). Non trovare la parola giusta imbarazza nell’approccio con l’altro sesso (41%) e il termine che non si trova mette in difficoltà anche nelle relazioni sociali visto che il 39% dichiara di avere fatto più di una gaffes in pubblico con la lingua di Dante. Un vocabolario povero mette a disagio anche nella quotidianità visto che ben il 61% ricorda varie circostanze in cui il suo linguaggio non era all’altezza dell’interlocutore o della circostanza, mentre il 39% dichiara di essere stato frainteso in più di una situazione e al 22% è stato spesso chiesto di rispiegare quanto appena detto.

Onesti nel giudicarsi poco preparati gli studenti hanno anche le idee chiare rispetto a quelle che possono essere le situazioni in cui una conoscenza maggiore della lingua potrebbe essere loro d’aiuto. Indicato dal 61% degli intervistati è il colloquio di lavoro. Il 52% vorrebbe imparare a parlare meglio in vista dell’iscrizione all’università. Più pratico è il 34% che desidera un vocabolario migliore per affrontare bene le discussioni quotidiane e quelli che ritengono che un buon linguaggio serva a «cavarsela meglio nella vita» (26%).

Quanto alle fonti da cui deriva la conoscenza dell’italiano, la scuola non appare certo ai primi posti: indicata solo dal 21%. Un termine forbito o un lemma da riutilizzare viene colto in un film (61%), dai programmi televisivi (54%), internet (31%) o nelle chat (28%). Bassa anche la percentuale di coloro che imparano nuovi termini leggendo romanzi (17%). E la famiglia? Il 58% degli intervistati ha detto di non ricevere stimoli a migliorare il proprio linguaggio in famiglia, nemmeno in vista degli esami di maturità. Il 14% che dichiara di essere stato invitato in famiglia ad avere un linguaggio più forbito ricorda che è capitato in occasione di qualche grosso strafalcione.

Tra le maggiori difficoltà di apprendimento legate alla lingua italiana l’osticità della materia perchè a differenza della grammatica un "buon italiano parlato" non lo si può imparare sui testi di studio (61%), il vocabolario non è certo un libro avvincente da leggere (77%) e poi gli studenti a scuola e in classe usano un linguaggio comune (46%). Per apprendere qualche termine nuovo gli studenti non mancano di notare come anche i romanzi di oggi usano uno slang di strada (50%) e il vocabolario non è certo un buon libro da leggere (77%).

Per migliorare la proprietà di linguaggio serve la pratica (33%) e il desiderio sarebbe quello di un’esperienza che sia istruttiva ma al tempo stesso coinvolgente e divertente (67%). Ecco allora che interrogati sul significato di alcune parole e invitati a indicare un possibile sinonimo ad abbondare sono errori e strafalcioni. Ma quanto i giovani sono veramente impreparati sull’italiano? A giudicare dalle risposte i maturandi italiani, hanno le idee piuttosto confuse sulla lingua e i significati delle parole. Ai partecipanti ai focus è infatti stata sottoposta una tabella con 30 parole (verbi, aggettivi e avverbi) ed è stato chiesto loro di indicare il significato giusto tra i quattro proposti.

I risultati sono stati abbastanza deludenti: solo il 14% ha risposto esattamente ad almeno l’80% delle domande, mentre la maggior parte (47%) si è limitata al 40% di risposte corrette. Ben il 21%, poi, ha risposto correttamente solo al 30% del questionario. Qual è il significato corretto di "abiurare"? Tra quelle proposte è sicuramente questa la parola che ha creato maggiori problemi agli studenti. Solo l’11% ha individuato in "sconfessare-rinunciare" il significato corretto, e se le risposte si sono polarizzate su "minacciare-intimidire" (46%) c’è anche un 19% che ha scelto "copiare" e un 24% che ritiene abiurare il verso di un animale.

È andata meglio con "dirimere" visto che il 17% ha scelto "risolvere-definire" come risposta per il 35%, invece, significa "andare a zonzo, vagare" seguito da "indirizzare, guidare" (27%) e "perdonare" (20%). Qual è il significato corretto di ’eliderè? La maggior parte dei maturandi userebbe "elidere" come sinonimo di "tralasciare" (31%) o volare (28%)». Praticamente 8 studenti su 10 non conoscono il significato di questo verbo visto che c’è anche un 20% che ritiene elidere il corrispettivo di prendere in giro. Solo il 20% ha individuato in ’tagliare, eliminare' la risposta corretta.

Qual è il significato corretto di "bellicoso"? Sull’aggettivo "bellicoso" c’è stato il riscatto del 48% dei maturandi italiani che ha scelto la risposta "agguerrito, propenso alla lotta". La restante metà si è divisa tra divertente (28%), superficiale (14%) e animalesco (12%).

Qual è il significato corretto di "piccato"? A questa domanda sono venute fuori le proposte più curiose perchè solo per il 7% degli studenti piccato è un aggettivo che indica una persona infastidita o risentita, mentre per il 41% trattasi di una pianta, un piatto tipico (33%) o addirittura un utensile (19%). Qual è il significato corretto di "zuzzurellone"? Neanche l’ultima parola del nostro vocabolario ha segnato una riscossa degli intervistati perchè a fronte di un 62% che ha correttamente indicato in ’scioccò un giusto sinonimo, ci sono 4 ragazzi su 10 che hanno scelto un recipiente (12%), un tipo di abito (11%) o una tribù dell’Africa centrale (9%).