Un'indagine dei ricercatori di Bankitalia e
del ministero dell'Istruzione
rileva che i troppi spostamenti di insegnanti,
anche di ruolo, influiscono negativamente
Allarme docenti insoddisfatti.
"Un danno per gli studenti".
I professori italiani sono più anziani del resto
degli occupati. Meno istruiti al Sud
la
Repubblica 13.7.2008
ROMA - Insegnanti anziani, insoddisfatti della
scuola in cui lavorano e troppo spesso desiderosi di fuggire dal
proprio istituto. E' il quadro delineato da alcuni ricercatori di
Bankitalia e del ministero della Pubblica istruzione. Un'analisi che
mette sotto accusa soprattutto l'eccesso di "turnover" dei
professori, che influisce negativamente sugli studenti e sul loro
apprendimento, messo a rischio anche dallo "scarso attaccamento" dei
docenti alla scuola in cui lavorano.
Troppi spostamenti.
L'indagine, inserita tra i temi di discussione di via Nazionale, si
concentra sul "turnover" degli insegnanti di ruolo, che
rappresentano circa un terzo degli spostamenti complessivi. I
ricercatori rilevano che le entrate e le uscite di docenti dal
sistema scolastico, così come il "turnover" dei professori con
cattedra causano una "mancanza di continuità didattica". In
generale, più di un quinto dei docenti cambia scuola da un anno
all'altro. E a subirne le conseguenze sono gli studenti.La loro
preparazione scolastica risente anche del "mismatch", cioè dello
scarso attaccamento dei professori alla scuola in cui operano.
Docenti "vecchi" e meno istruiti.
Nell'indagine emerge poi che gli insegnanti in Italia sono in media
più vecchi del resto degli occupati e sono in prevalenza donne.
Nelle regioni meridionali, in particolare, i docenti sono in genere
"più vecchi, meno istruiti e con voti di laurea o di diploma
inferiori a quelli dei loro colleghi che operano nel resto del
paese". I più anziani possono di solito contare su un voto di
diploma o laurea più basso rispetto alla media. Secondo i
ricercatori questo potrebbe derivare da "meccanismi di cosiddetta
'selezione avversa', per cui rimangono nella professione soggetti
meno capaci".
Precarietà di inizio carriera.
L'indagine segnala poi che, per quanto riguarda l'accesso nel mondo
del lavoro, "l'inizio della carriera è caratterizzato da forte
precarietà, con contratti a termine di durata inferiore rispetto al
resto dell'economia, una più intensa ricerca di un altro lavoro e
una più elevata probabilità di svolgere un secondo lavoro".
"Azione determinante per
l'apprendimento". L'indagine passa
ai raggi X il corpo insegnante italiano non solo perché i docenti
assorbono circa i due terzi della spesa corrente per l'istruzione,
ma anche perché la loro azione quotidiana rappresenta "la principale
determinante, insieme alle caratteristiche innate e al contesto
socio-economico, degli apprendimenti degli studenti".