Diritto allo studio:
Governi a confronto.
«C'è un pericoloso declino di attenzione nei
confronti delle problematiche dell'integrazione scolastica delle
persone con disabilità»: lo denuncia con forza il vicepresidente
nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento
dell'Handicap) Salvatore Nocera, uno dei principali e autorevoli
esperti italiani del settore, in questa intervista che presentiamo
ai nostri lettori.
a cura di
Salvatore Nocera* da
Superando,
9.7.2008
Il vicepresidente nazionale della FISH Salvatore NoceraCerchiamo di
approfondire i temi delle politiche per l'integrazione scolastica
con Salvatore Nocera, una delle persone più competenti e autorevoli
su questi aspetti.
Già ben noto anche ai nostri lettori, Nocera è
il vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il
Superamento dell'Handicap) e in questi anni non si è limitato ad
osservare attentamente, ma è anche stato artefice di tutte le più
rilevanti proposte della stessa FISH in materia di diritto allo
studio. Gli porgiamo alcune domande.
Negli ultimi dieci anni si sono succedute tre legislature, sette
governi, tre maggioranze. Nell'ambito delle politiche per
l'integrazione scolastica che cos'hanno avuto in comune?
«Nella Legislatura dal 1996 al 2001 [primo Governo Prodi, Governo D'Alema
e Governo Amato, N.d.R.], si è positivamente promossa la politica
del riconoscimento dei diritti e della precisazione delle competenze
fra diverse istituzioni.
Si pensi alla Legge 59/97 sull'introduzione dell'autonomia
scolastica che è stata costituzionalizzata con la Legge 3/01. E poi
i conseguenti atti applicativi, tra cui il DPR 275/99 che ha
espressamente previsto i diritti all'integrazione scolastica ai
sensi della Legge 104/92.
E si pensi anche alla Legge 162/98 sul diritto alla vita
indipendente o si ricordi la Legge 17/99 sull'integrazione
all'Università. E ancora: la Legge 62/00 sul diritto
all'integrazione anche nelle scuole paritarie e la Legge 69/00
sull'incremento di finanziamenti per progetti locali d'integrazione
scolastica».
Bravo il primo Centrosinistra, allora?
«Con qualche ombra. è stato infatti proprio quel Centrosinistra che
ha varato l'articolo 40, comma 1 della Legge 449/97 che ha fissato
il criterio di un posto ogni 138 alunni (disabili e non) per la
formulazione degli organici di diritto, rapporto risultato del tutto
irrealistico, che ha creato il 50% di posti di sostegno in organico
di fatto con le deroghe. Tale criterio è stato abbandonato dalle
Finanziarie del Governo di Centrosinistra e recentemente è decaduto
con la Legge 296/06 e la 244 dell'anno dopo».
Nel frattempo c'è stato un Governo di Centrodestra, con Letizia
Moratti come ministro. Che è successo?
«Il Governo di Centrodestra, con la riforma della scuola (Legge
53/03) e gli atti applicativi, ha espressamente riconosciuto il
diritto all'integrazione scolastica ai sensi della Legge 104/92. Non
si è però preoccupato di far rispettare tale diritto dove veniva
violato, malgrado numerose segnalazioni e proteste delle
associazioni, specie aderenti alla FISH.
Ha inoltre introdotto con l'articolo 35, comma 7 della Finanziaria
per il 2003 (Legge 289/02) un nuovo criterio di accertamento
collegiale della disabilità, al fine di ridurre il numero delle
certificazioni».
Però poi non ha emanato il relativo decreto applicativo.
«Non è esatto. L'ha emanato - a fine legislatura - ma non l'ha
pubblicato. Ci ha pensato il nuovo Governo di Centrosinistra, con il
DPCM 185/06. Nel bene e nel male.».
Nel bene e nel male?
«Sì. Per mancanza di direttive governative, quella norma ha creato
veri e propri "disastri" nelle Regioni, ognuna delle quali ha
operato nei modi più diversi, violando il principio di livelli
essenziali di una prestazione sanitaria in funzione scolastica».
E arriviamo, quindi, al secondo Governo Prodi.
«L'ultimo Governo ha disatteso le numerose richieste delle
associazioni, avanzate già al precedente Esecutivo e al ministro
della Pubblica Istruzione. In questo non si è distinto da quello
precedente.
Aveva infatti lanciato un buon programma di formazione in servizio
dei docenti curricolari, denominato I Care, con un investimento di
oltre 6 milioni di euro, riguardante più di 1.700 scuole (circa un
quinto delle scuole italiane). Non ha però resa obbligatoria la
partecipazione dei docenti curricolari di tali scuole al progetto,
sprecando così un'immensa opportunità e ricchezza.
Ha inoltre completato il progetto di consulenza capillare nelle
scuole sulle nuove tecnologie per l'integrazione scolastica, avviato
dal precedente Governo di Centrodestra».
La diamo una pagella? O dobbiamo ricorrere ai "crediti formativi"?
«Soppesiamo i fatti. Dopo un periodo di forte attenzione dal 1996 al
2000, i Governi e le maggioranze che si sono succeduti hanno
trascurato nei fatti l'integrazione scolastica, ignorando totalmente
o quasi le richieste delle associazioni aderenti alla FISH,
contenute nel documento in 18 punti Linee d'azione per
l'integrazione scolastica dei gravissimi [una versione di questo
documento è stata ripresa anche dal nostro sito al testo disponibile
cliccando qui, N.d.R.], ripetutamente inviato ai due Governi e
ministri della Pubblica Istruzione.
Entrambi i due ultimi Governi hanno visto il processo d'integrazione
esclusivamente sotto il profilo della spesa pubblica, senza alcuna
considerazione degli aspetti di qualità della stessa e di tutela dei
diritti. Anzi, l'ultimo Governo, con la Circolare Ministeriale
19/07, aveva, sempre per motivi finanziari, innalzato
improvvidamente il numero massimo degli alunni nelle classi
frequentate da studenti con disabilità, ritornando sui suoi passi
con la Circolare 19/08, a seguito di durissime critiche delle
associazioni aderenti alla FISH e ad una sentenza del TAR Lazio.
La distrazione dei due Governi sull'integrazione scolastica è stata
tale da non aver vigilato sulla correttezza nell'autorizzazione di
corsi di specializzazione per il sostegno a soggetti privati e alle
università, senza intervenire in modi urgenti per revocare
autorizzazioni assurde come quella rilasciata dal Ministero
dell'Università, qualche mese fa, alla SSIS (Scuola Specializzazione
Insegnanti di Sostegno)dell'Università di Venezia di un corso on
line per 1.350 posti di sostegno, che ancora, malgrado le vibrate
proteste della FISH e di altre organizzazioni, non viene revocata
[su tale vicenda si legga in questo stesso sito il testo intitolato
Quel corso è dannoso all'inclusione scolastica, disponibile
cliccando qui, N.d.R.]».
Ma è per questo motivo che si segnala un aumento dei ricorsi da
parte dei genitori alla giustizia amministrativa?
«In effetti l'unico reale segno di cambiamento è l'attenzione della
Magistratura per i diritti violati delle persone con disabilità: è
intervenuta con oltre mille sentenze per aumentare le ore di
sostegno, a causa della mancata preparazione e collaborazione dei
docenti curricolari».
Ma non c'è proprio altra soluzione che andare dal giudice?
«I genitori sono stanchi di vedere i loro figlioli abbandonati a se
stessi o peggio rimandati a casa, quando manca l'insegnante di
sostegno o le sue ore sono inferiori al monte ore settimanali di
lezione per la classe. E ciò è avvenuto perché la mancanza di
formazione obbligatoria iniziale e in servizio dei docenti
curricolari ha fatto sì che l'integrazione venisse delegata ai soli
docenti di sostegno, con palese snaturamento della filosofia e della
prassi dell'integrazione scolastica dei primi decenni a partire
dalla fine degli anni Sessanta».
Ci viene da sospettare che l'aumento di questo contenzioso derivi da
un ritardo o da un'assenza del Legislatore. È una riflessione giusta
o c'è dell'altro?
«No, non c'è altro: c'è solo il quasi totale disinteresse per le
problematiche dell'integrazione scolastica delle persone con
disabilità, ritenute ormai superate dalle molte buone norme emanate
e sotto la pressione di problemi urgenti quali l'integrazione degli
stranieri, il cosiddetto "bullismo" e i tagli alla spesa pubblica».
Quale futuro ci riserva la politica?
«C'è un pericolosissimo declino di attenzione! Nei programmi dei
partiti della scorsa competizione elettorale non vi era traccia
alcuna dell'integrazione scolastica, neppure sotto il profilo del
taglio della spesa pubblica, che ormai viene considerata
improduttiva per questo processo e quindi ormai a regime ordinario e
automatico».
Salvatore Nocera
Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il
Superamento dell'Handicap).