La commissione cultura della camera adotta il
testo Aprea di riforma. Rivoluzione fondazioni nelle scuole. Gli istituti potranno adottare il modello pubblico-privato ItaliaOggi, 15.7.2008 Rivoluzione nelle istituzioni scolastiche. Per accelerare l'esame e la conclusione del dibattito sulle regole per l'autogoverno delle scuole, la commissione cultura della camera ha adottato un testo base e ha istituito un comitato ristretto che dovrà mettere a punto un testo condiviso da tutte le forze politiche. La decisione è stata deliberata nella seduta di mercoledì scorso, dalla commissione cultura guidata da Valentina Aprea (Pdl). E sarà proprio quello dell'Aprea il testo base su cui si incardinerà il dibattito, ovvero la proposta di legge AC 953 intitolata «Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti». Un progetto di legge che presenta significativi elementi di novità: consigli di amministrazione al posto dei consigli di circolo e di istituto; la possibilità per le scuole di trasformarsi in fondazioni; un nuovo percorso di formazione iniziale e di reclutamento e di carriera degli insegnanti che vanno dal docente iniziale, docente ordinario e docente esperto; l'indizione di concorsi da parte di ciascuna istituzione scolastica. Elementi che hanno la finalità di trasformare radicalmente il governo delle istituzioni scolastiche, «ancora oggi fondate», si legge nella relazione all'articolato, «su una visione burocratica del ruolo dei docenti che non ne valorizza pienamente l'autonomia e la responsabilità professionale». Sulla necessità dell'adozione di un testo unitario anche l'opposizione si è trovata disposta a discutere, presentando una proposta correlata a firma di Letizia De Torre (Pd), che si va ad aggiungere a quelle presentate da Angela Napoli (Pdl) e Paola Frassinetti (Pdl). Punto di partenza del lavoro del comitato ristretto sarà, dunque, la proposta Aprea. Un provvedimento che, se verrà approvato nella forma attuale, porterà a una rivoluzione del sistema scolastico italiano. Spariranno i consigli di circolo e di istituto, sostituiti, per gran parte delle funzioni, da consigli di amministrazione, in carica tre anni e presieduti dal dirigente scolastico. Esclusa la rappresentanza del personale amministrativo, tecnico e ausiliario dalla composizione del consiglio di amministrazione e previsti rappresentanti esterni scelti in ambito educativo, tecnico e gestionale. I consigli di amministrazione avranno anche la facoltà di decidere se mutare le istituzioni scolastiche in fondazioni, con la conseguente trasformazione da istituzioni pubbliche a enti pubblico-privati (la trasformazione in fondazioni, peraltro, è stata da pochi giorni prevista per le università). Anche se il provvedimento non chiarisce a quali autorità pubbliche le fondazioni debbano poi rendere conto per le scelte organizzative e didattiche. Rivoluzione anche sul fronte del reclutamento degli insegnanti. Le assunzioni saranno fatte direttamente dalle scuole, che potranno bandire concorsi di istituto. Per parteciparvi sarà necessario conseguire una laurea abilitante che permette l'iscrizione all'albo regionale degli insegnanti. Occorrerà anche aver svolto un anno di «inserimento formativo al lavoro» presso una istituzione scolastica.
La progressione di carriera degli insegnanti
sarà collegata al raggiungimento di risultati con l'introduzione
della valutazione periodica dell'attività dei primi due livelli
docenza (docente iniziale e docente ordinario). Un ulteriore
concorso per titoli ed esami consentirà di conseguire il titolo di
docente esperto. A diversi livelli di carriera corrisponderanno
anche diversi livelli retributivi. Infine, per «garantire autonomia
e libertà» agli insegnanti è istituita un'apposita area contrattuale
della professione docente, che abolisce la Rappresentanza sindacale
unitaria (Rsu) di istituto, perché, secondo Aprea, «un insegnante
non può essere rappresentato da un non docente». |