Con il maxiemendamento al dl passa il modello federale
Ogni regione potrà disciplinare i corsi professionali utili ai fini dell'obbligo scolastico

Sulla formazione Bossi ha già vinto.

di Alessandra Ricciardi  ItaliaOggi, 22.7.2008

Le dichiarazioni del Senatur sono diventate un caso istituzionale. Il presidente del senato, Renato Schifani, ha infatti accolto la richiesta della capogruppo Pd, Anna Finocchiaro, di chiedere al governo di riferire in parlamento su quanto affermato dal ministro delle riforme, nonché leader della Lega, Umberto Bossi, che con un gesto plateale, in una convention a Padova, ha insultato l'inno nazionale e gli insegnanti del Sud («sono troppi, al Nord solo insegnanti settentrionali»). Ma intanto che deflagra la polemica politica (An ha preso le distanze dalla Lega, e i sindacati della scuola sono sul piede di guerra), il progetto federalista tanto caro a Bossi prende sempre più piede. E proprio nella scuola, dove dal prossimo anno ogni regione potrà avere un proprio sistema di formazione professionale nel quale i ragazzi, dai 14 ai 16 anni, potranno assolvere l'obbligo di istruzione. Sull'esempio della Lombardia, che ha già approvato una legge che istituisce un proprio sistema professionale utile ai fini dell'assolvimento dell'obbligo. Una legge su cui gravavano i rischi caducatori di un ricorso alla Corte costituzionale. La riforma federalista è contenuta nel maxiemendamento governativo al dl finanziario. Che abolisce alcuni periodi - il quinto, il sesto e il settimo - del comma 622, articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, così sostituito: «L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del presente articolo». Con un colpo di spugna, si elimina il sistema di accreditamento concordato da ministero e regioni per le strutture formative professionali che, d'intesa con le scuole, avrebbero realizzato percorsi utili ai fini dell'obbligo.

Strutture che dovevano poi confluire in un elenco nazionale. Con il dl integrato, l'unico obbligo per le regioni nel fissare le regole per la propria formazione sarà quello di rispettare i generici obiettivi di apprendimento sui saperi fissati con un regolamento ministeriale.