Manovra, battaglia sui precari.

Stop al reintegro deciso dai giudici Le sigle all'attacco «Norma ingiusta»
Nel testo di legge un emendamento che preclude la possibilità di ottenere dal magistrato la stabilizzazione. Cigl attacca: colpo di mano delle imprese

 La Stampa, 26.7.2008

TORINO
Brutte notizie per i precari: la manovra appena approdata in Senato contiene una misura che, una volta diventata legge, renderà «permanente» la loro condizione. Secondo quanto apprende l’Agi, un emendamento del governo, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera e recepito dal maxiemendamento, preclude in sostanza ai lavoratori precari la possibilità di ottenere dal magistrato la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro. Finora il giudice, che riscontrava irregolarità sul ricorso ad uno o più contratti a termine, poteva obbligare il datore di lavoro a riammettere in servizio il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato. Ma non sarà più così.

«Si aumenta la disparità tra lavoratori e imprese», dando a queste ultime «mano libera» sull’utilizzo dei contratti a termine, attacca Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil con delega al mercato del lavoro. La norma prevede, in caso di irregolarità nella causale di utilizzo del contatto a termine, l’obbligo per le imprese di indennizzare il lavoratore precario, ma non di riammetterlo al posto di lavoro. È una misura «molto negativa - aggiunge Fammoni - che lascia aperta ogni possibilità per le aziende sull’uso del contratto a termine, senza che, in caso di irregolarità, queste abbiano alcuna ripercussione futura».

La norma anti-precari è «sbagliata» e presenta «gravi incongruenze». È netto il giudizio del segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini. Sotto accusa non solo «il problema dell’indennizzo», ma soprattutto il fatto che «un contratto non corretto viene considerato nullo». In questo modo, spiega Santini, «il lavoratore, non solo non può essere riammesso sul posto di lavoro, per decisione del giudice, con un contratto a tempo indeterminato, ma rimane anche senza il contratto a termine». Insomma «l’eventuale errore dell’azienda non viene sanzionato a vantaggio del lavoratore».

Plaude alla norma, invece, Confindustria: «Un pò di semplificazione - spiega il direttore generale Beretta - e di minor rigidità è quello che serve al mercato del lavoro. In questo, come in altri casi, non è di sanzioni che abbiamo bisogno ma di norme praticabili, che abbiano un senso logico rispetto alla reale situazione».