Bullismo
Un terzo degli studenti
Indagine Cittadinanzattiva: il 50% ha assistito ApCOM, 12.6.2008 Roma, 12 giu. (Apcom) - Il bullismo a scuola sembra imperare: la metà degli allievi ha assistito ad episodi di violenza, un terzo li ha subiti di prima persona. Sono i risultati della prima indagine sui comportamenti violenti a scuola promossa da Cittadinanzattiva e condotta attraverso questionari rivolti a studenti ed insegnanti. A rispondere, tra dicembre 2007 e aprile 2008, sono stati 5418 studenti e 592 docenti di scuole medie e superiori, provenienti nel 58% dei casi dal Sud e dalle Isole. Non sempre - avverte Cittadinanzattiva - si tratta di bullismo, ma, ed è peggio, i casi di ordinaria violenza non mancano. Eppure la ricerca rivela anche l'altra faccia: la maggioranza dei ragazzi vive bene nella propria scuola e vorrebbe regole chiare, condivise e rispettate. Fra le immagini utilizzate spontaneamente per definire la scuola, c'è quella suggestiva di "un aeroporto con una torre di controllo poco efficiente e un pò di erbacce" (Liceo Plinio Seniore di Roma). Ovvero: la scuola è un bel posto ma ci vorrebbero più controlli e maggior cura. L'indagine, nata nell'ambito della campagna Impararesicuri promossa da Cittadinanzattiva per il sesto anno consecutivo, dà uno spaccato significativo su come ragazzi ed insegnanti vivono e vedono la scuola. I dati sono chiari: oltre la metà degli studenti, 51%, e il 36% degli insegnanti hanno assistito ad episodi di violenza a scuola. Il 37% degli studenti, più di 1 su tre, dichiara di aver subito in prima persona scherzi indesiderati o atti aggressivi da parte dei compagni, di averlo subito qualche volta il 21%, spesso il 3%. Gli episodi di violenza si concentrano soprattutto nelle aule (20%), nel cortile (17%) e all'esterno della scuola (16%). Il tipo di violenza più diffusa è di tipo psicologico: dicerie, insulti, ridicolizzazione del compagno. Le principali vittime sono gli studenti maschi (29%), più piccoli di età (27%), a seguire gli stranieri (16%), e i disabili (7%). Fattore determinante il carattere: avere atteggiamenti provocatori (21%), essere eccessivamente timidi (18%), studiare molto (15%), mettersi in mostra (14%) sono le caratteristiche caratteriali che più di frequente scatenano la cattiveria. Anche l'aspetto fisico ha la sua rilevanza, soprattutto la magrezza o il sovrappeso (23%), il cattivo odore o la sporcizia (19%). E neppure i docenti non sfuggono al bullismo: 1 su 10 ha dichiarato di essere stato vittima di atti aggressivi o scherzi indesiderati. Secondo gli studenti le azioni più violente sono nell'ordine: utilizzare il videofonino per diffondere immagini degli studenti o insegnanti; aggredire fisicamente i compagni; rubare le cose di un compagno o insegnante. Diffondere l'immagine per mettere in ridicolo o diffamare è considerata dagli studenti peggio della violenza in sè. E sebbene l'88% dichiari di non aver mai diffuso foto o video dei compagni su internet, ben il 43% dichiara che nella propria scuola si utilizzano i videotelefonini per riprendere i compagni. Ma cosa innesca i comportamenti violenti? Per i professori è il carattere aggressivo dei ragazzi la causa prevalente (72%), ma il 71% ritiene anche che l'influenza dei media sia molto incisiva. D'accordo in parte i ragazzi che dicono di riprodurre o vivere a scuola scene viste in tv o in un videogame (38%).
Di fronte a questo scenario un quinto degli
studenti e la metà degli insegnanti dichiara che viene fatto troppo
poco per prevenire la violenza. Fra le possibili soluzioni i ragazzi
chiedono maggiore educazione alla cittadinanza e alla legalità,
maggiore dialogo, condivisione e ascolto fra studenti e docenti, più
partecipazione alle decisioni che li riguardano. Anche per i docenti
l'educazione alla legalità e alla convivenza, basata su regole
condivise, è uno strumento efficace per prevenire i comportamenti
violenti. Il 48% degli studenti vede la scuola come una comunità, un nido per il 7%, un giardino, per il 6%. Tra le immagini negative emergono quelle legate alla scuola vissuta come un obbligo e della mancanza di libertà: è una prigione per il 19%, una gabbia per il 10%. Alla domanda "cosa è necessario per il buon funzionamento della tua scuola?", le risposte più votate sono: insegnanti disposti a discutere alla pari e che sappiano coinvolgere (16%); insegnanti preparati (13%), buon clima in classe (13%), eliminazione di ogni episodio di violenza e vandalismo nella scuola (11%). Anche gli insegnanti non si esimono da questa responsabilità ed imputano agli stessi fattori il buon funzionamento della scuola. Gli studenti hanno anche tracciato il ritratto del professore ideale, i ragazzi, infatti, chiedono ai docenti coerenza e rispetto delle regole, ascolto e apertura. Piacciano gli adulti ligi alle regole. I professori presi a "modello" sono quelli che rispettano gli altri e si fanno rispettare (23%) e che sanno ascoltare e sono aperti al dialogo (14%). E a conferma di ciò il 48% degli studenti crede che il peggior difetto di un professor sia quello di dare il cattivo esempio, violando le regole di vita comune e di rispetto dell'altro. Ma il richiamo alle regole non si risolve sempre in un'adeguata conoscenza o adeguata punizione: 1 studente su 5 non conosce il regolamento della propria scuola e, nel caso delle scuole superiori, 1 studente su 3 non conosce lo Statuto degli studenti e delle studentesse. Il 41% degli studenti afferma che pochi rispettano le regole a scuola e 1 ragazzo su 10 sostiene che nessuno le rispetta. Quest'ultimo dato va correlato a quello che chi infrange il regolamento non viene quasi mai punito. Professori e studenti concordano su questo: lo conferma 1 su 4. "Il quadro che emerge dall'indagine non è incoraggiante", dichiara Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva. "Sono tanti gli episodi di violenza diffusa e sotterranea segnalati dagli studenti e colpisce anche l'uso e abuso delle tecnologie per diffonderli. Eppure i ragazzi hanno idee chiare su quello che si potrebbe fare per affrontare il fenomeno: chiedono professori preparati e disposti al confronto e soprattutto chiedono di ripartire dal rispetto delle regole di vita comune e dalla legalità". Cittadinanzattiva propone quindi di istituire la Giornata dell'accoglienza: il primo giorno di scuola dedicato alla consegna a tutti gli studenti, da parte del dirigente scolastico, del regolamento d'istituto e dello Statuto degli studenti oltre che ad una loro adeguata spiegazione.
Cittadinanzattiva ha condotto una inchiesta
telefonica anche sugli Osservatori regionali istituiti dal ministero
dell'Istruzione(sono in totale 18, ad esclusione di Valle D'Aosta e
Trentino Alto Adige) per verificarne l'effettivo funzionamento. Il
risultato non è incoraggiante: in Puglia, Sardegna e Campania,
nonostante i ripetuti tentativi, non è stato possibile contattare i
referenti. Nel caso del Lazio le informazioni sono state fornite per
email. In media inoltre sono solo sono 17 - 20 le telefonate
ricevute durante il loro periodo di attività. La sensazione generale
- avverte Cittadinanzattiva - che se ne ricava è che gli Osservatori
siano stati avviati in maniera molto disomogenea sul territorio
nazionale, e che, a differenza del numero verde nazionale siano poco
conosciuti, come rivela l'esiguo numero delle richieste esterne. |