Stretta sugli insegnanti di sostegno. Regolarizzati 25 mila docenti Scuola, tagli su handicap e professionali. Ma. Re. la Repubblica 27.6.2008 ROMA - Il ministro Mariastella Gelmini l'ha definita una cura da cavallo: 150 mila tagli nella scuola entro i prossimi tre anni. Poi ieri, all'improvviso, la notizia dell'assunzione di 25 mila insegnanti precari e 7 mila non docenti. «Una mossa per indorare l'amara pillola dei tagli devastanti programmati da Tremonti», commenta Mariangela Bastico, viceministro all'Istruzione ai tempi di Fioroni. Ma dove tagliare? In base a quali criteri? Resta un mistero. Partiamo dall'esistente. Oggi le cattedre vacanti sono 51.450 che verranno coperte per la metà dai precari in testa alle graduatorie permanenti. Ma è l'ultimo treno. Poi scatteranno i tagli. Per i precari storici è la fine di un lungo calvario.
Una delle ipotesi allo studio del ministero
della Pubblica Istruzione, con la supervisione di quello
dell'Economia, è la riduzione delle ore di insegnamento negli
istituti tecnici e professionali. Oggi gli studenti dei due
indirizzi, che sono più del 50% della popolazione scolastica delle
superiori, seguono in media 40 ore di lezione a settimana. Ridurle a
32 porterebbe ad un taglio drastico delle cattedre e quindi un
taglio consistente dei docenti. Ma la strada non è affatto semplice:
prima è necessario rivedere i programmi didattici delle centinaia di
indirizzi dei tecnici e professionali, poi ridurre gradualmente le
ore di lezione. «Ma si deve partire dalla prima classe e poi, via
via tutte le altre - afferma Mariangela Bastico - in tutto occorrono
cinque o sei anni». Insomma, un bel rompicapo. E i sindacati? O meglio, le parti sociali, come li chiama il ministro dell'Istruzione? L'accoglienza non è delle migliori. «Dalla scuola si spremono otto miliardi di euro e per realizzare questa perversa scelta - commenta il segretario della Cgil Scuola Enrico Panini - alla devastazione della rete scolastica si aggiunge il massacro dei programmi». Anche il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima, non lesina critiche: «Il governo decide all'ingrosso pesantissimi tagli senza considerare le conseguenze sulla qualità dei servizi, così si taglia il futuro del Paese».
Conclude la Bastico: «Sulla riduzione di
orario nei tecnici e professionali si può discutere, ma la scuola
rischia il collasso con tagli così drastici». |