GRUPPO DI FIRENZE

per la scuola del merito e della responsabilità

I voti segretati e la dittatura del politicamente corretto.

Andrea Ragazzini
dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità,
25.6.2008.

Di buone intenzioni è lastricato l’inferno, recita l’arcinoto aforisma di Samuel Johnson, e quello che da anni succede nella scuola italiana in tema di pubblicazione dei risultati di scrutini ed esami ne è una limpida dimostrazione. Dopo che ormai da anni i voti dei respinti sono stati cancellati, per evitare a quegli studenti irreparabili traumi, a marzo un’ordinanza di Fioroni ha imposto di cancellare il voto dai risultati finali dell’Esame di Stato e di scrivere solo “Diplomato” o “Non diplomato”; qualche giorno fa il Ministro Gelmini ha disposto di sostituire queste dizioni con “Esito positivo” o “Esito negativo”. Entrambi i provvedimenti nascono dalla richiesta delle associazioni dei disabili di evitare che siano “riconoscibili” sui tabelloni gli studenti portatori di handicap gravi, che non ricevono un diploma, ma solo un attestato, senza voto.

La prima questione che si pone é: davvero queste decisioni sono nell’interesse dei ragazzi disabili? Davvero si fa qualcosa per la loro integrazione rendendoli il più “invisibili” possibile? O non si tratta piuttosto di quella piccola e comoda logica politicamente corretta secondo la quale un problema lo si risolve occultandolo e la realtà è meglio negarla che affrontarla? Verrebbe da dire che secondo questa logica è meglio che un ragazzo disabile se ne stia a casa, così nessuno sa della sua condizione, piuttosto che frequenti la scuola, dove il suo handicap diviene ovviamente noto a compagni e professori. Per di più questi provvedimenti non solo sono inutili per i presunti beneficiari, ma ottengono il risultato opposto a quello sperato: più imbarazzo e ipocrisia invece di una serena e rispettosa accettazione. Lo stesso vale per le penose contorsioni lessicali – come “diversamente abile” – con cui si pensa di edulcorare la realtà dell’handicap.

La seconda questione è il prezzo che la scuola paga per così discutibili esigenze con una totale mancanza di trasparenza delle valutazioni, sia degli scrutini finali che degli esami, che si è ormai deciso di considerare questioni strettamente private. Tutti nella scuola, dirigenti, insegnanti, studenti, considerano questa logica del tutto surreale, ma come per altre questioni la subiscono passivamente. E forse non ci si rende conto che senza trasparenza, e quindi nella totale assenza di quel controllo da parte di tutti che la pubblicità dei risultati assicura, vengono “segretate” anche eventuali decisioni arbitrarie, come promozioni immeritate o ingiuste bocciature.

Per il Gruppo di Firenze