Non c’è pudore . . .

Claudia Fanti da Educazione & Scuola, 19.6.2008

Quante volte, cari politici divenuti potenti per volontà del popolo sovrano, docenti attenti al mondo della scuola vi hanno fatto presente quali sono i veri problemi dell’istruzione-educazione?!

Quante volte vi siete sentiti chiedere investimenti per l’edilizia?

Per diminuire il numero di alunni per classe?

Per i libri?

Per i materiali?

Per aumentare il numero di insegnanti nelle situazioni scolastiche a rischio?

Per un aggiornamento gratuito e serio in itinere?

Per stipendi dignitosi?

Per diminuire con paletti adeguati il potere dell’offerta esterna di progetti e progettini, incentivando economicamente ciò che è interno?

Per offrire ai docenti la possibilità di aggiornarsi gratuitamente anche fuori dall’insegnamento per alcuni periodi?

Quante volte vi siete sentiti dire che un docente non è un lavoratore qualsiasi? Che la sua professionalità non si costruisce con la sola teoria, bensì con un costante adeguamento iniziale di se stesso e poi superamento delle posizioni intellettuali precedenti, al fine di fronteggiare le situazioni contingenti e sempre mutevoli delle classi con le quali è tenuto a operare?

Quante volte, vi si è chiesto di lasciare che il tempo per la ricerca dentro le scuole sia l’unico tempo speso dai docenti che devono entrare in classe ogni giorno e trovare soluzioni?

Quante volte vi è stato chiesto di fare del Collegio dei Docenti un organo sovrano nelle scelte didattiche e autogovernato dai docenti stessi?

Quante volte vi è stato chiesto di rivedere il ruolo del dirigente scolastico che ha finito con l’essere la controparte dei docenti per servirsi soltanto di alcuni di essi (deresponsabilizzando gli esclusi) per mandare avanti la scuola?

Quante volte vi è stato detto che gli insegnanti e la scuola vanno protetti da facili aggressioni nei vostri discorsi e nelle vostre performance televisive?

Quante volte vi è stato ripetuto che oggi più che mai vanno incentivati la partecipazione cooperativa, il fare squadra, in alternativa all’individualismo, al rampantismo di antica memoria nella gestione sia della didattica sia dell’organizzazione?

Spiace constatare che la Ministro Gelmini, tanto giovane e tanto valutatrice, non valuti che le persone di cui è circondata sono vittime esse stesse di luoghi comuni quando si tratta di fare qualcosa per cambiare la scuola in positivo. Spiace veramente, e in questo caso proprio non c’entra l’essere di destra, di sinistra o di centro! Basta girare per la strada ed entrare nei negozi per rendersi conto che le persone ignoranti di scuola parlano come quelli che la circondano: bisogna tornare alla selezione, alla disciplina, al pugno di ferro…ma cosa fanno questi insegnanti? Sono già fortunati per le vacanze che hanno, ma cosa vogliono? Via, via! Mandiamoli a casa, basta con le assunzioni!

Tutti scaricano sulla scuola frustrazioni e malumori esistenziali; per la scuola e i libri, sempre un numero maggiore di famiglie sono restie a spendere di più che per i cellulari e i begli abitini. Così come sono restii a fare i governi che si susseguono senza pietà. Spese per la scuola poche e niente! Tagli!

Tutti, anche i politici l’hanno attaccata ai fianchi, e piano piano l’hanno umiliata, messa in ginocchio, alla gogna sui mass media…

Ma almeno si fosse avuto il senso del pudore di non dire più niente a voce alta… in parlamento, poi!

Alle domande a cui facevo riferimento invece si è risposto garbatamente picche!

La risposta in soldoni è stata più o meno questa: non ce ne importa proprio niente, fannulloni che non siete altro! Tenetevi quello che avete e non avete,voi e i bambini-figli del popolo sovrano che ci vota! Anzi, visto che ci rompete i cosiddetti, valuteremo quanto siete bravi individualmente voi e i vostri alunni! ESAMI ESAMI ESAMI, della serie gli esami non finiscono mai…Ma si sa, agli esami ci si dà un bella verniciatina all’ultimo momento e poi si ricomincia tutto come prima…Sì, noi lo sappiamo! Ma l’opinione pubblica affermerà soddisfatta: ecco, alè, finalmente il pugno di ferro, i miei docenti saranno più bravi ora, pretenderanno rigore e terranno la barra al centro!

I nostri alunni risponderanno come paperotti, tutti tranne gli anticipatari in aumento, gli stranieri, quei bambini che non tengono famiglia…Ma di quelli chi se ne frega! Tanto non dovranno certo scalare i gradini del parlamento da grandi!

Dai, andiamo avanti così, mascherando le verità inoppugnabili di tanti pedagogisti illustri che ci hanno parlato nel passato e nel presente di “teste ben fatte” e non di voti e merito ben distribuito a punteggi!

Vi saluto e corro a scuola a consegnare le schede di valutazione dei miei alunni: il mio team non vi ha scritto non sufficiente, sufficiente, buono, distinto, ottimo…che siamo noi docenti una manica di pazzi?

Che le nostre famiglie, le quali ci hanno affiancato nella scelta della valutazione dei processi e non dei risultatini iniziali, intermedi e finali siano pazze?

Che i nostri bambini siano un miraggio e che non esistano?

Che siamo tutti visionari e pazzi nel constatare che l’”egualitarismo” collaborativo e cooperativo ha pagato e che essi sono capaci di studiare, di appassionarsi al sapere all’attualità alla storia, di esprimersi, contare, leggere, relazionarsi, danzare, suonare, poetare e via dicendo?

Sì, forse siamo pazzi, ma nella pazzia, come dicevano i pellerossa, sta la saggezza!
 


Claudia Fanti
(maestra elementare, con rispetto parlando!)