La carriera dei docenti nel mirino riformista
del Pdl. Ogni scuola si assume i suoi prof. E gli aumenti di stipendio saranno legati ai concorsi interni ItaliaOggi del 3.6.2008
La carriera degli insegnanti tra i primi punti
del piano di rilancio del sistema dell'istruzione del governo
Berlusconi. Un argomento spinoso -che è connesso agli stipendi e
alla carriera dei prof ma anche all'organizzazione didattica, alla
ripartizione di competenze tra stato e regioni e alla libertà di
scelta dell'offerta formativa da parte delle famiglie-che è
risultato il banco di prova più duro, e con risultati sempre
fallimentari, dei ministri di centrodestra e centrosinistra che si
sono succeduti a viale Trastevere negli ultimi dieci anni. Ora tocca
a Maria Stella Gelimini provare a declinare la carriera degli
insegnanti, a coniugare merito e salari, a dare quella spinta tanto
attesa verso l'alto del sistema scolastico, partendo dalle basi
ovvero da chi nella scuola vi lavora. E c'è già un punto di
partenza, quel disegno di legge che il presidente della commissione
cultura della camera, nonché responsabile scuola di Forza Italia,
Valentina Aprea, ha depositato qualche giorno fa a Montecitorio. Il
provvedimento, già assegnato in sede referente alla VII commissione,
si intitola “Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e
la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma
dello stato giuridico dei docenti”, si compone di 22 articoli e
ricalca in buona parte una proposta analoga che già era stata
all'esame del parlamento nel corso della XV legislatura. A firmarla,
allora, oltre all'Aprea, c'era lo stato maggiore dell'intellighenzia
di Forza Italia: Bondi, Bonaiuti, Adornato, Cicchitto. Tra le novità introdotte dal ddl: le scuole saranno trasformaste in fondazioni; gli istituti scolastici potranno bandire concorsi per assumere direttamente i docenti; i prof saranno incardinati in albi regionali e avranno un loro contratto ad hoc, separato da quello dei segretari e degli amministrativi; la carriera dei prof sarà articolata su tre livelli professionali -docente iniziale, ordinario ed esperto- e retributivi, legata a doppio filo a selezioni interne; il personale scolastico e le relative risorse finanziarie saranno gestite a livello regionale; spariranno le rappresentanze sindacali unitarie, ovvero il presidio dei sindacati presso le singole scuole; i consigli di istituto saranno soppiantati dai consigli di amministrazione.
Insomma, addio ai maxi-concorsi per reclutare
i prof, federalismo gestionale e maggiore autonomia
nell'organizzazione didattica e delle risorse per le scuole. «Ma
questo ddl è solo l'inizio di un percorso», tiene a precisare l'Aprea
a ItaliaOggi, «non vorrei ci fossero inutili allarmismi». |