La carriera dei docenti nel mirino riformista del Pdl.
Incontro Gelmini-Aprea il 10 giugno

Ogni scuola si assume i suoi prof.

E gli aumenti di stipendio saranno legati ai concorsi interni 

 ItaliaOggi del 3.6.2008

La carriera degli insegnanti tra i primi punti del piano di rilancio del sistema dell'istruzione del governo Berlusconi. Un argomento spinoso -che è connesso agli stipendi e alla carriera dei prof ma anche all'organizzazione didattica, alla ripartizione di competenze tra stato e regioni e alla libertà di scelta dell'offerta formativa da parte delle famiglie-che è risultato il banco di prova più duro, e con risultati sempre fallimentari, dei ministri di centrodestra e centrosinistra che si sono succeduti a viale Trastevere negli ultimi dieci anni. Ora tocca a Maria Stella Gelimini provare a declinare la carriera degli insegnanti, a coniugare merito e salari, a dare quella spinta tanto attesa verso l'alto del sistema scolastico, partendo dalle basi ovvero da chi nella scuola vi lavora. E c'è già un punto di partenza, quel disegno di legge che il presidente della commissione cultura della camera, nonché responsabile scuola di Forza Italia, Valentina Aprea, ha depositato qualche giorno fa a Montecitorio. Il provvedimento, già assegnato in sede referente alla VII commissione, si intitola “Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”, si compone di 22 articoli e ricalca in buona parte una proposta analoga che già era stata all'esame del parlamento nel corso della XV legislatura. A firmarla, allora, oltre all'Aprea, c'era lo stato maggiore dell'intellighenzia di Forza Italia: Bondi, Bonaiuti, Adornato, Cicchitto.
Molti i punti dirompenti del piano Aprea -in larga misura già annunciati nel programma del Pdl- che verranno presentati al tavolo del dibattito, innanzitutto con il ministro Gelmini. Il primo confronto ufficiale Gelmini-Aprea si terrà il prossimo 10 giugno, quando il ministro riferirà alla VII commissione sulle linee programmatiche del suo mandato.

Tra le novità introdotte dal ddl: le scuole saranno trasformaste in fondazioni; gli istituti scolastici potranno bandire concorsi per assumere direttamente i docenti; i prof saranno incardinati in albi regionali e avranno un loro contratto ad hoc, separato da quello dei segretari e degli amministrativi; la carriera dei prof sarà articolata su tre livelli professionali -docente iniziale, ordinario ed esperto- e retributivi, legata a doppio filo a selezioni interne; il personale scolastico e le relative risorse finanziarie saranno gestite a livello regionale; spariranno le rappresentanze sindacali unitarie, ovvero il presidio dei sindacati presso le singole scuole; i consigli di istituto saranno soppiantati dai consigli di amministrazione.

Insomma, addio ai maxi-concorsi per reclutare i prof, federalismo gestionale e maggiore autonomia nell'organizzazione didattica e delle risorse per le scuole. «Ma questo ddl è solo l'inizio di un percorso», tiene a precisare l'Aprea a ItaliaOggi, «non vorrei ci fossero inutili allarmismi».