L’insignificanza
dei voti di laurea e di diploma.
Che fare?

 Tuttoscuola, 5 giugno 2008

Uno studente su tre si laurea con la votazione di 110. Il dato riguarda un campione di 20.000 studenti che hanno conseguito il titolo tra il 2004 e il 2005 in varie università tra cui quelle di Milano, Bergamo, Pisa, Napoli e Palermo.

E' questo il risultato più clamoroso dell'indagine interuniversitaria denominata Stella (acronimo per Statistica in Tema di Laureati e Lavoro), cui partecipano i citati atenei, risultati di cui dà conto un articolo di Salvatore Modica pubblicato sul sito www.lavoce.info.it. Il sito non manca di sottolineare gli effetti perversi dell'appiattimento dei voti verso l'alto, e in particolare verso il voto massimo, che ha finito per perdere significato e valore agli occhi dei datori di lavoro.

La tendenza ad alzare il voto finale dei corsi di istruzione, com'è noto, investe anche la scuola secondaria superiore, dove il voto massimo (prima 60/60, poi 100/100) è stato assegnato con generosità prima e dopo la riforma Berlinguer (1999), e si verificano casi di concentrazione dei voti massimi in alcune province, come evidenziato dal 1° Rapporto sulla qualità nella scuola realizzato da Tuttoscuola nel 2007.

Che fare per ridare valore al voto e premiare gli studenti davvero meritevoli? Un piccolo passo è stato fatto nella scuola secondaria con l'introduzione della "lode", che può essere conseguita solo in presenza di buoni risultati sia negli esami che negli studi compiuti negli anni precedenti. Nella stessa direzione potrebbero muoversi eventuali test nazionali del tipo della quarta prova istituita quest'anno per la scuola media, e la certificazione di altre competenze conseguite dallo studente (esempi: ECDL, competenze linguistiche). Il "pacchetto", o portfolio delle competenze, avrebbe certamente più valore e significato del solo voto in centesimi.

Per quanto riguarda l'università, l'inflazione di 110 potrebbe essere contenuta accogliendo una delle proposte contenute nel citato articolo di lavoce.info: basterebbe dare alla tesi lo stesso voto in trentesimi che si dà alle singole discipline, e assegnare come voto finale quello che risulta dalla media di tutte le prove, compresa la tesi. Oggi in molte università il 110 è assegnato a partire dalla media di 27/30. Con il correttivo proposto lo studente con tale media conseguirebbe il voto di 99/110, e potrebbe arrivare al massimo a 100 solo presentando una brillante tesi di laurea.