Manovra economica:
effetti pesanti per la scuola.

di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 24.6.2008.

I numeri, adesso, sono più chiari: si parla ormai di 190mila posti in meno di qui al 2012 che dovrebbero consentire un risparmio di circa 8miliardi di euro. Per raggiungere l'obiettivo sarà necessario porre mano ad una riforma completa degli ordinamenti, a partire dalla scuola primaria.

Mano a mano che passano i giorni le dimensioni della manovra economica a carico della scuola diventano sempre più chiare.

Inizialmente la nostra testata aveva annunciato 200 mila tagli comprensivi di quelli già previsti dalla Finanziaria per il 2007, poi – nell’imminenza della approvazione del decreto legge sulla manovra economica – pareva che il ridimensionamento si limitasse a 90-100mila posti da aggiungere ai 47mila già decisi dal Governo Prodi.

Adesso, da una lettura più attenta del provvedimento che a breve verrà messo all’ordine del giorno dei lavori del Parlamento, appare più chiaro cosa accadrà agli organici della scuola a partire dal 2009: i posti del personale ATA subiranno un taglio del 17% in 3 anni (in pratica questa misura provocherebbe una diminuzione di 43mila posti, poco meno di 15mila all’anno).

L’altra misura (aumento complessivo di un punto del rapporto alunni/docenti) dovrebbe determinare un taglio di circa 100mila cattedre.

La razionalizzazione sarebbe dunque pari a 190mila posti (47mila + 43mila + 100mila) e dovrebbe consentire, secondo i calcoli del Ministero dell’Economia, un risparmi di circa 8mila euro tra il 2009 e il 2012: 456milioni di euro per il 2009, 1650 per il 2010, 2.538 per il 2011, 3.188 per il 2012.

Il decreto-legge chiarisce anche in che modo si potrà raggiungere l’obiettivo: razionalizzazione e accorpamento delle classi di concorso, ridefinizione dei curricula nei diversi ordini di scuola (piani di studio, quadri orari) e “rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica della scuola primaria” oltre che revisione dei criteri per la determinazione del numero di docenti e ATA e dell'assetto organizzativo-didattico dei centri per l'istruzione degli adulti.

Una parte degli 8 miliardi risparmiati (il 30% per la precisione) potrà essere utilizzata a scopi contrattuali per "iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola"; ma il ministro Tremonti ha già messo le mani avanti: i risparmi dovranno essere reali e adeguatamente certificati e solo l’anno successivo a quello in cui si sono realizzati potranno essere effettivamente spesi.

Il decreto contiene anche una norma che dovrebbe servire a contenere le assenze del personale statale: in caso di malattia, nei primi dieci giorni verrà riconosciuto solo il trattamento fondamentale e non quello accessorio; gli orari di reperibilità per le visite fiscali verranno allungati (dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 20). Tale norma non potrà essere derogata dai contratti nazionali.