Rimandati, ecatombe L’emergenza negli istituti romani Raffaello Masci, La Stampa, 17.6.2008
ROMA Ma la situazione è molto varia, le scuole sono quasi 700, gli indirizzi i più disparati e le realtà urbane e sociali sono rappresentative dell’intera gamma nazionale. Così, per dire, se la media nazionale degli studenti con debiti formativi a febbraio era del 42%, a Roma si sfiorava il 50%. E se nei licei classici e scientifici si superava appena il 30%, nei professionali si poteva veleggiare verso quota 65% e negli istituti tecnici si stava a metà strada tra i due poli. Le attività di recupero non sono partite quindi dalle stesse condizioni. Nel mitico e prestigiso liceo «Pilo Albertelli», quello in cui studiò Enrico Fermi, «l’annuncio stesso di un maggior rigore nella valutazione - dice la preside Emilia Marano - ha portato il numero dei ragazzi con gravi carenze dal 35 al 30 per cento». Ma su quel 30% si è duramente lavorato, aggiunge la dirigente: «Nel corso dell’anno abbiamo fatto circa 600 ore di corsi di recupero, tagliando di un altro 10% il numero dei “debitori”. E durante l’estate ne faremo altre 500». Anche la sua collega del classico-scientifico «Gaetano de Sanctis», Marina Gorga, ha ottenuto un effetto analogo: «Noi abbiamo ripartito l’anno in trimestri, in maniera di poter fare non due ma tre tranches di corsi di recupero. E se il numero dei bocciati (8%) e delle eccellenze (11%) è rimasto invariato, siamo riusciti ad abbattere quello dei ragazzi portatori di debiti fino al 21%». Un successo indubbio. Leandro Cantoni è preside nell’Istituto professionale «Carlo Cattaneo» di Testaccio, quartiere molto popolare a ridosso del Tevere. «Per noi il punto di arrivo - spiega - coincide con quello che per i licei è di partenza: abbiamo più del 50% di ragazzi con debiti formativi gravi e siamo riusciti ad abbattere la quota al 30%. Per noi è un grande risultato ma la fatica è stata improba». All’istituito «Luigi Calamassa» di Civitavecchia, diretto da Gianfranco Zintu, la situazione è simile: un lavoro enorme per ridurre gli studenti fortemente insufficienti dal 50 al 40-35 per cento «con l’aggravante - dice il preside - che qui sono molti i debitori e sono pesanti i debiti, ci sono cioè carenze molto gravi e radicate in molti allievi». Anche i professionali stanno facendo sforzi enormi con «risorse umane» limitate e soldi pochi. «L’impegno degli insegnanti in tutto questo - dicono sia Zintu che Cantoni - è stato veramente lodevole».
Ad essere carente, invece, è stato l’apporto
delle famiglie. «Devo dire - commenta la preside Gorga - che da noi
non hanno battuto ciglio e si sono organizzate per affrontare le
vacanze rispettando le esigenze della scuola». «Da me non è stato
così - aggiunge Cantoni - davanti al mio ufficio c’è stata la fila
delle mamme che protestavano per le ferie bloccate. Tant’è che non
sono sicuro che ai corsi estivi verranno tutti quelli che
dovrebbero». A settembre si tireranno le somme. E potrebbe essere
un’ecatombe. Purtroppo nelle fasce sociali più deboli. |