Il Governatore rilancia il piano Tps-Fioroni
per trasferire il personale dove serve

Draghi:
al Sud due anni di istruzione
in meno del Nord.

Alessandra Ricciardi  ItaliaOggi del 3.6.2008

Il divario tra Nord e Sud, in fatto di istruzione, è ancora molto forte. Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia, nell'ambito della relazione annuale tenuta sabato scorso, lo ha stimato in due anni. Mentre la distanza che separa in media gli altri colleghi italiani (il riferimento è ai quindicenni e alle competenze che hanno nell'ambito Ocse in scienze, lettura e matematica) è in media di 6 mesi- un anno. Eppure al Sud c'è il numero più alto di insegnanti in rapporto agli alunni. Secondo una rilevazione della Cgia di Mestre, che ha analizzato proprio in questi giorni la distribuzione sul territorio di tutti i dipendenti assunti dalla pubblica amministrazione, il record spetta alla Basilicata. La terra di Lucania è la regione italiana dove vi sono-tra docenti, ausiliari, tecnici e amministrativi- ben 170,1 dipendenti scolastici ogni 1.000 abitanti in età scolare, ovvero dai 5 ai 19 anni. Ultime in questa particolare classifica (dipendenti scuola – numero allievi) risultano essere il Veneto, con 129,3 per 1.000 studenti, e la Lombardia, con un rapporto di 125,8 a 1.000. E sono le regioni dove i rendimenti scolastici, secondo le rilevazioni internazionali, sono migliori. Anche se, ricorda Draghi, pure in questi trerritori vi è una costante incapacità del sistema scolastico di coltivare le eccellenze. Il Governatore punta il dito in particolare contro la scuola superiore. Perché, alla luce delle ricerche Pisa, sembra trovare conferma un dato tipico del modello italiano: gli studenti hanno buoni rendimenti, paragonabili a quelli dei migliori paesi europei, solo nella primaria, la vecchia scuola elementare. È dopo che qualcosa si incrina.

Una situazione che fa ricordare a Draghi il piano di rilancio dell'istruzione messo a punto dai ministri dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, e della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, nell'ultimo governo Prodi: per migliorare la qualità dell'istruzione serve «un meccanismo di mobilità e assegnazione degli insegnanti che non tenga presenti solo le esigenze di questi ultimi, di migliorare i criteri per il reclutamento degli insegnanti, di avviare un modello di programmazione che ripartisca le risorse pubbliche sulla base della reale evoluzione del numero degli studenti su base regionale; di costruire un affidabile sistema di valutazione degli apprendimenti dei ragazzi più oggettivo rispetto all'attuale sistema basato solo sui voti espressi dagli insegnanti».

Un documento, quello ripreso da Draghi, che fu fortemente criticato dai sindacati alla sua uscita per l'eccessiva spinta riformista -nel prospetto delle soluzioni- che lo contraddistingueva. E che nei contenuti oggi suona essere molto simile alle analisi degli ambienti del Pdl.