Contro l'emergenza educativa di oggi La Costituzione dei maestri. Chi siamo, chi eravamo ItaliaOggi del 3.6.2008
Proprio ieri si sono tenuti i festeggiamenti
per la nascita della repubblica italiana, rappresentata dalla sua
Costituzione che quest'anno compie 60 anni), la stessa che univa i
maestri di scuola di quegli anni di ricostruzione e il loro progetto
per le nuove generazioni. Il maestro elementare contemporaneo più
famoso, Mario Lodi, appartenente alla generazione dei maestri
militanti che da don Milani a Bruno Ciari a Gianni Rodari, solo per
citare i più famosi, aprirono il corso alla scuola che doveva
portare i valori della neonata Costituzione tra le persone, confidò:
«Tra noi maestri che arrivavamo chi dalle linee partigiane e chi da
altre esperienze, magari contrapposte, c'era la Costituzione a
unirci». Già perché quel progetto di società, fondata sul lavoro e
sulla buona volontà dei singoli nel ricostruire il mondo dalle
macerie della guerra, oggi può sembrare lontano. Ma è proprio in
questi momenti di difficoltà educativa che si sente la necessità di
tornare a insegnare la Costituzione. «Qual era l'articolo della
Costituzione che più affascinava noi giovani maestri del dopoguerra?
Non solo il 3, il 4, il 33 il 34, ma il numero 21: libertà di
informazione». Erano quelli gli anni delle esperienze di frontiera e
delle sperimentazioni pedagogiche, come la tipografia in classe di
Celestine Freinet, o la scuola di pietralata del maestro Albino
Bernardini. Ma la pietra d'angolo del lavoro dell'insegnante restava
sempre la Costituzione, i cui principi, dice Lodi, non restavano
solo predicati ma venivano praticati. Ecco cosa ci univa ai ragazzi
della scuola del dopoguerra». |