“Errare humanum est,
perseverare autem diabolicum”.

Eros Barone, DocentINclasse, 19.6.2008

Ancora un altro errore marchiano (altro che svista!) commesso dai burosauri del Ministero dell’Istruzione nella stesura della traccia del tema di italiano proposta agli esami di Stato, che, questo anno, sarà ricordata soprattutto per lo svarione della trac-cia su Montale (gli studenti sono stati invitati a parlare della figura femminile pren-dendo le mosse dai versi di una sua poesia, «Ripenso il tuo sorriso», in realtà dedicati ad un uomo). Un errore che si aggiunge, in un perfetto stile ‘bipartizan’, a quello commesso l’anno scorso, sempre in occasione della prova di italiano agli esami di Stato, dal Sottosegretario del Ministero, che lasciò passare una traccia in cui l’esposizione del canto XI del “Paradiso” di Dante Alighieri era, anch’essa, grave-mente inficiata da uno scambio dei personaggi. Vedremo, ora, se il nuovo ministro, che non inizia bene il suo mandato, prenderà, come ha annunciato, i necessari prov-vedimenti, oltre che per sanzionare gli ‘asini in cattedra’, per punire il responsabile di un simile abbaglio, assolutamente imperdonabile e tutt’altro che lievemente pregiudi-zievole per la serietà e l’autorevolezza dell’istituzione che è in gioco in questi esami: lo Stato stesso.

A questo punto, è lecito chiedersi se questo non sia un segnale inequivocabile di quell’analfabetismo di ritorno che colpisce il ceto politico e istituzionale di questo paese, afflitto da una irrimediabile mancanza di cultura (o, per meglio dire, dalla ve-scica vuota della ‘mezza cultura’, il che è ancor peggio).

Di fronte al ‘diabolico’ ripetersi di queste manifestazioni di pressappochismo e di sciatteria, di cui ha fornito un fulgido esempio, in questa occasione così come in altre, l’alta burocrazia del Ministero dell’Istruzione, ben si attagliano dunque i versi della “Primavera hitleriana”, componimento centrale della raccolta intitolata “La bufera e altro”, in cui Eugenio Montale così descrive i connotati di una situazione ‘diabolica’: “un sozzo trescone d’ali schiantate, / di larve sulle golene, e l’acqua séguita a rodere / le sponde e più nessuno è incolpevole”.

Come non dare ragione, infine, al grande grecista e filologo Mario Untersteiner al-lorché, con animo certamente esacerbato dallo spettacolo dell’ignoranza (intesa anche qui come sinonimo di una ‘mezza cultura’) congiunta all’incoscienza e alla presun-zione, propose di modificare il primo articolo della Costituzione italiana in questi termini: “L’Italia è una onagrocrazia dispensata da ogni lavoro serio”?