.
"Caro ministro,
troppi passi indietro nel 2007,
confidiamo nell'anno nuovo".
Non è postivo il bilancio che del 2007 fa
Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish, sul tema
dell'integrazione scolastica, e della disabilità in genere. Un
esempio? "Per ridurre la spesa scolastica - dice Nocera - è stato
innalzato il numero degli alunni di tutte le classi, comprese quelle
frequentate da quelli con disabilità.". E conclude: "Ora non ci resta
che sperare nel 2008" .
di Salvatore Nocera da
Superabile del
4/1/2008
ROMA - Alla fine di ogni anno sono solito
tracciare una breve rassegna dei fatti normativi concernenti
l'integrazione scolastica, seguita da un sintetico mio commento.
L'ultimo mio articolo però risale al 2005 e fu allora assai impietoso
per l'inattività giuridico amministrativa del Ministro di allora e del
Sottosegretario con delega per l'integrazione degli alunni con
disabilità. Ho volutamente saltato il commento dello scorso anno,
poiché il nuovo Governo si era appena insediato e volevo attendere per
giudicare. Adesso sento il dovere di dire qualcosa, anche se il
Vangelo ci inviterebbe a "non giudicare" (espressione che io
interpreto nel senso di "non dare giudizi temerari"): lascio ai
lettori valutare se quelli che seguono sono "temerari " o no.
Debbo confessare che l'impresa risulta assai difficile; infatti,
mentre condivido le scelte politiche del ministro Fioroni circa lo "svitamento"
di quasi tutta la riforma-Moratti ed il rilancio della qualità e
dell'efficacia della scuola; sono assai perplesso invece circa
l'assenza di interventi sull'integrazione scolastica nel più ampio
quadro delle politiche scolastiche, di cui l'integrazione è ormai
aspetto trasversale ineliminabile; comunque, dopo il commento alla
parte sociale della Finanziaria pubblicato dal presidente della Fish
(Federazione italiana per il superamento dell'handicap), Pietro
Vittorio Barbieri, dal titolo " La Finanziaria della vergogna", mi
sento incoraggiato a dire qualcosa. Quanto ai fatti normativi, in
questo anno e mezzo non ci sono state novità positive per
l'integrazione scolastica; anzi ci sono stati alcuni passi indietro.
Scuola: inascoltate le richieste delle famiglie
Per ridurre la spesa scolastica, è stato innalzato il numero degli
alunni di tutte le classi, comprese quelle frequentate da quelli con
disabilità. La spiegazione fornita dal Ministero è stata che in tutta
Europa il rapporto docenti-alunni è meno costoso, senza però tener
conto che nel resto di Europa non vi sono quasi 190.000 alunni
certificati con disabilità nelle scuole comuni , che richiedono un
maggior numero di docenti specializzati ed un minor numero di alunni
per classe, per meglio seguirli. Per cercare di ridurre il numero di
certificazioni, ritenute improprie e quindi eccessive, si è data
esecuzione, senza alcuna indicazione direttiva, al decreto (dpcm n.
185/06), voluto dal ministro Moratti, senza tener conto del parere del
Consiglio di Stato che ritiene le procedure di certificazione "un
livello essenziale di prestazione", che quindi deve essere "uniforme
su tutto il territorio nazionale", secondo quanto stabilito
dall'articolo 117 della Costituzione. Ciò ha determinato un caos fra
le diverse regioni e le aziende sanitarie della stessa Regione, con la
conseguenza di una paurosa diversificazione ed incertezza del diritto
da parte delle famiglie, proprio nel sessantesimo anniversario della
Costituzione che rinsaldò la nostra unità nazionale.Pare che adesso,
dopo un anno di gravi confusioni, il ministero della Pubblica
Istruzione abbia portato la questione all'attenzione della conferenza
Stato-Regioni, come avevano subito chiesto le associazioni, rimaste
inascoltate. Speriamo che il parere di uniformità pervenga subito,
perché le nuove iscrizioni scadono entro fine gennaio e si rischia il
bis dello scorso anno. Ma quello che, a mio modesto avviso, è più
grave, è che il Ministero non ha preso operativamente in
considerazione le insistenti richieste delle famiglie degli alunni con
disabilità e delle loro associazioni, rimaste inascoltate durante
tutta la precedente legislatura ed in questa, circa la necessità di
coinvolgimento dei docenti curricolari nella presa in carico del
progetto personalizzato di integrazione scolastica.
Infatti il mancato aggiornamento obbligatorio iniziale ed in servizio
di tale personale ha finito per determinare una crescente delega degli
interventi didattici ai soli insegnanti per le attività di sostegno,
con conseguente fuoriuscita dalle classi degli alunni, specie in
situazione di maggiore gravità, affidati o alla mera custodia dei
collaboratori scolastici o invitati a tornare a casa per le ore " non
coperte" dai docenti per il sostegno. Ciò ha provocato una crescente
ribellione dei genitori che si sono sempre più rivolti alla
magistratura, la quale, stando ai fatti, ritenendo i docenti per il
sostegno l'unica risorsa idonea a garantire il diritto allo studio
costituzionalmente tutelato agli alunni con disabilità, ha aumentato
notevolmente le ore di sostegno lesinate dall'amministrazione
scolastica con quasi 1.000 decisioni che hanno fatto perdere al
ministero della Pubblica Istruzione, tutti i risparmi sperati, a causa
della condanna alle spese ed al risarcimento dei danni anche
esistenziali. Il Ministero ha cercato di reagire a questa situazione
col lancio di un bel progetto di formazione in servizio del personale
docente , denominato "I care", che però non ha il carattere
dell'obbligatorietà, come invece il Ccnl siglato il 7 Ottobre 2007,
applicativo dell'intesa governo-sindacati del 27 giugno 2007,
consentiva e come è stato riaffermato dalla sentenza n. 1425/07 del
Consiglio di Stato. Così ben 4 milioni di euro destinati a tale
interessante progetto rischiano di andare dispersi, con una ricaduta
che, stando ai precedenti documentati, non andrà oltre il 5% dei
docenti curricolari. Le associazioni avevano molto insistito per
l'obbligatorietà di tale progetto, dal momento che la formazione dei
docenti curricolari sull'integrazione scolastica è un livello
essenziale "funzionale alla piena realizzazione ed allo sviluppo della
professionalità dei docenti", come recita l'articolo 64 (primo comma)
del nuovo Ccnl.
Formazione degli insegnanti: niente di fatto
E nessuna risposta, in un anno e mezzo, è stata data alle reiterate
richieste delle associazioni circa la necessità di trovare, d'intesa
coi sindacati, possibili soluzioni amministrative alla mancata
continuità didattica dei docenti per il sostegno, sia a tempo
indeterminato che precari. La soluzione proposta dall'articolo 2
(commi 420 e 421) della nuova Finanziaria , con l'immissione in ruolo
di alcune migliaia di docenti per il sostegno, non è risolutiva, sia
perché non è stata modificata la norma che consente ai docenti di
ruolo di passare dal sostegno su cattedra comune dopo appena cinque
anni, sia perché la differenza che, al termine dell'immissione in
ruolo, fra numero di docenti stabilizzati e quelli precari, sarà
ancora di circa 30.000 sui 94.000 consentiti, come numero massimo,
dalla stessa Finanziaria.
Ed ancora non hanno trovato risposte le richieste delle associazioni
circa l'abolizione delle quattro fasce in cui vengono distinti gli
elenchi dei docenti per il sostegno nelle sole scuole superiori (pur
essendo identica la fonte legislativa - articolo 13 comma 5 L.n.
104/92 - anche per le scuole medie, dove fortunatamente le
quattrofasce non esistono); cosa che è fonte continua di conflitti fra
docenti e soprattutto di discontinuità didattica per gli alunni. Ed
ancora nulla è stato fatto circa un minimo di formazione obbligatoria
in servizio nei confronti di quasi 30.000 docenti precari, nominati
per il sostegno senza avere il prescritto titolo di specializzazione,
a causa dell'esaurimento delle graduatorie degli specializzati. Manca
ancora, a tal proposito, un piano nazionale di specializzazione
concordato fra il Ministero e Università, unico soggetto ormai a poter
specializzare per il sostegno. Senza parlare della mancata emanazione
di una direttiva, assai richiesta dalle associazioni, circa
chiarimenti definitivi rispetto all'obbligo di assistenza igienica
agli alunni con disabilità in situazione di gravità, che pesa sulle
collaboratrici ed i collaboratori scolastici in forza dei Ccnl, molto
spesso non fatto rispettare dai dirigenti scolastici. Potrebbe darsi
che qualche atto giuridico, su questi ed altri fatti denunciati, sia
in preparazione nei meandri del Ministero: ma nulla si sa in
proposito.
Riunione dell'Osservatorio a fine mese
Adesso le associazioni hanno ricevuto finalmente una convocazione per
il 31 gennaio per una riunione dell'Osservatorio ministeriale
sull'integrazione scolastica. Ci si augura che vengano resi noti atti
legislativi o amministrativi, proposti dalle associazioni ed elaborati
dal comitato tecnico dell'Osservatorio, che finalmente si riunirà
insieme alla Consulta delle associazioni, secondo la prassi instaurata
dal ministro Berlinguer, abbandonata poi dal ministro Moratti e che le
associazioni, purtroppo ancora inascoltate, avevano subito chiesto al
nuovo Ministro venisse ripristinata. Certo le associazioni non si
accontenteranno di promesse, tanto più che il 2008 sarà l'anno della
ratifica della convenzione mondiale dei diritti umani delle persone
con disabilità e vedrà quindi l'inizio del monitoraggio circa le buone
e le cattive prassi di applicazione della normativa italiana. Così
come è bene che la magistratura parli solo attraverso le proprie
sentenze, è bene che il Ministero parli attraverso i propri atti
amministrativi.
Ci si augura che ciò avvenga entro il 31 gennaio. Le associazioni non
sono per una "antipolitica" qualunquista. Però se le politiche per
l'integrazione scolastica dovessero continuare a permanere
nell'attuale moto inerziale, saranno costrette, come si legge nella
mozione finale del convegno di Rimini organizzato dal 16 al 18
novembre 2007 dal Centro studi Erickson, a prendere iniziative
anticipatrici di rinnovamento qualitativo a livello delle singole
realtà locali, dove è ancora presente la volontà di migliorare ed
andare avanti.
La Fish ha già avviato questo orientamento bandendo per l'anno
scolastico trascorso un concorso sulle buone prassi di integrazione
realizzate dalle scuole pubbliche, intitolato "Le chiavi di scuola",
che ha visto la presentazione di oltre 300 progetti, quattro dei
quali, uno per ciascun ordine di scuola, sono stati premiati lo scorso
novembre.
Alla luce di quanto detto dal Capo dello Stato nel suo discorso di
fine anno, richiamando l'incontro avuto con noi il 3 dicembre scorso,
possiamo confermare che noi, persone con disabilità, malgrado tutto
quanto sopra constatato, non siamo rassegnate e confidiamo nel nuovo
anno, affinché "l'integrazione scolastica torni al centro dell'agenda
politica del ministero della Pubblica Istruzione e del governo", come
si legge nel documento della Fish approvato al convegno di Rimini del
novembre 2007: ".ma soprattutto, chi di noi qui è persona disabile si
impegna oggi ad affermare i propri diritti come inalienabili e ad
esercitare a tutti i livelli il diritto-dovere di parola, di scelta,
l'autoaffermazione della propria identità unica e irripetibile, contro
tutte le discriminazioni.
Si impegna ad essere cittadino fratello degli altri, risorsa per
tutti, accomunato dall'eguale pienezza umana. E ci avverte tutti che
nulla sarà più fatto senza di lui o al suo posto senza sentire la sua
voce individuale ed associativa. Questo con durezza e tenerezza".